Una saga familiare nell’Italia risorgimentale, recita la tagline di Dal Rosa al Viso, corposo lavoro di Angela Delgrosso Bellardi, Umberto Soletti Editore. Ed in effetti questo è il libro che mi appresto a raccontarvi.
Siamo nel Piemonte di inizio ‘800. In un paesino ai piedi del monte Rosa. Pietro e Maria si conoscono da sempre (inevitabilmente) ma le occasioni per incontrarsi nel mondo dell’epoca sono limitate (molto limitate). Loro però non se le lasciano sfuggire e nasce un amore che darà vita ad una saga familiare come tante. Un matrimonio, il trasferimento a Saluzzo (ai piedi del monte Viso), dove Pietro intraprende con buon successo la sua attività di lattoniere, i figli nati, quelli persi, quelli morti.
La forza del libro è proprio nel fatto che la storia narrata è una storia come tante, senza particolari eccellenze. O meglio, con le eccellenze che capitano in tutte le storie familiari. E con un particolare non da poco: la storia raccontata è quella della famiglia dell’autrice. Pietro e Maria sono gli avi di chi scrive, e questo li avvicina non poco all’autrice e inevitabilmente al lettore.
Intorno alla saga familiare poi si sviluppa la storia del Piemonte e d’Italia. Storia che si intrecciano inevitabilmente visto che siamo proprio nel secolo in cui il Piemonte sarà l’artefice principale dell’unità d’Italia. La storia collettiva però tocca solo da lontano la storia personale dei protagonisti. Quasi per nulla all’inizio, sempre di più man mano che si va avanti. Questo perchè siamo in un periodo storico in cui informazioni e comunicazioni sono limitate e il popolo non ha quasi idea di cosa succeda a livello politico.
Angela Delgrosso utilizza poi un terzo livello intermedio di narrazione. Alle vicende personali dei protagonisti, a quelle generali dell’Italia tutta, si intrecciano le vicende locali del saluzzese. Piccole storie locali inevitabilmente poco conosciute e che personalmente ho trovato estremamente interessanti. Un intreccio riuscito tra storie personali e cittadine che restituiscono perfettamente il modo di vivere di quegli anni.
Siamo di fronte in definitiva ad una saga complessa, interessante, ben sviluppata, che paga solo un po’ alcuni dialoghi ma ci regala un panorama dettagliato di un periodo storico fondamentale per l’Italia tutta, visto dagli occhi del popolo. Angela Delgrosso Bellardi ha risposto alle mie domande su Quotidiano Piemontese.