Il 15 novembre del 2000 in frazione Boschetti di Fossano, 80 metri sotto un cavalcavia sullo Stura viene trovato il corpo senza vita di Edoardo Agnelli, il figlio “scomodo” dell’Avvocato. Dietro quella morte, frettolosamente archiviata come suicidio, ci sono tanti, troppi dettagli (e nemmeno proprio dettagli) che non tornano.
Sull’analisi di tutti quei dettagli si concentro Antonio Parisi nel suo Gli Agnelli, Diarkos Editore. Chi è di Torino ed ha almeno una quarantina d’anni di vita alle spalle non rimarrà stupito da quanto leggerà nel libro di Parisi. Chi invece non è addentro alle cose sabaude ed ha sempre visto la famiglia Agnelli solo come una grande famiglia di industriali potrebbe rimanere sorpreso alquanto.
Partiamo col dire che Parisi non inventa nulla, non fa ipotesi, non fa supposizioni. Spiattella invece su carta tutte le contraddizioni emerse in questi anni, pubblica documenti, verbali, atti di successione, testimonianze dirette. La sua, più che un’analisi è un mettere sul piatto tutte le carte disponibili e lasciare al lettore, se non le conclusioni, le domande da porsi.
Non entrerò nel dettaglio evidentemente ma non posso non elencarvi almeno una parte delle contraddizioni emerse, che potrete trovare nel libro. Si parte dalle condizioni del corpo. Un uomo di oltre 100 chili e alto 1,94 che cade da un’altezza di 80 metri viene trovato con una ferita alla testa e qualche ecchimosi sul corpo, perfettamente vestito, perfino con le scarpe infilate. La macchina di Edoardo parcheggiata sul viadotto è stata registrata dal Gps come in movimento abbondantemente dopo che i primi testimoni dicono di aver visto il corpo. Non fu fatta alcuna autopsia (ma venne per giorni detto che fu fatta), nemmeno un esame per verificare la presenza di alcol o droghe…. e via così con tanti altri dettagli.
Parisi ci racconta poi, nella sua analisi, la vita di Edoardo Agnelli, i suoi rapporti tesi col padre Gianni, il tentativo documentato di estrometterlo dalla linea di successione, i suoi pensieri, le sue denunce su quanto di poco pulito c’era in Fiat e nelle aziende di famiglia. Fondamentale la parte che riguarda Marco Bava, intimo amico di Edoardo, che provò (e ancora prova) a spingere gli inquirenti a capire qualcosa in più su quella morte.
La forza del libro è la pulizia, il dettaglio, i documenti pubblicati, il non voler mai forzare la mano al lettore ma spingerlo (questo si) a farsi domande.
Con al centro la vicenda di Edoardo, Parisi allarga poi il campo alla famiglia Agnelli tutta, per quel che riguarda i lati più oscuri della storia. Dal fondatore della Fiat Giovanni Agnelli ai suoi successori. In particolare analizza i personaggi più scomodi, controversi, spesso cancellati perfino dai ricordi di famiglia. Da Giorgio Agnelli, fratello dell’avvocato, a Edoardo, a Lapo. E poi le donne della saga, fino alla lotta intestina tra donna Marella e sua figlia Margherita per l’eredità di Gianni. Insomma è un libro in cui trovate un sacco di spunti interessanti, di quelli meno noti al grande pubblico ma che i torinesi conoscono almeno per sentito dire, e che qui avranno modo di approfondire con attenzione.
La conferma che la famiglia Agnelli (anche e proprio per i suoi lati più oscuri) è stata l’ultima dinastia regnante d’Europa effettiva. Una dinastia che oggi forse è molto cambiata, ma è ancora parte integrante della storia del nostro Paese.