Non è raro che la protagonista di un romanzo sia una casa ed è il caso di Cent’anni di Langa di Mario Zunino, Buckfast Edizioni, dove “La Moia” è molto più del teatro in cui si svolgono le vicende della famiglia Fresia, ma diventa appunto il centro della storia.
Si comincia con Giacu, giovane trovatello nelle Langhe e capostitpite della famiglia della quale seguiremo le gesta per cento anni circa. Giacu si trova in una situazione senza futuro e cavalca l’onda della speranza di quegli anni imbarcandosi con un amico verso l’America. Sbrac in Argentina e qui si arrabatta e (in modi più o meno leciti) riesce a mettere da parte quello che serve per realizzare il suo sogno: tornare nelle Langhe e comprare una cascina, la Moia, appunto.
I primi anni avventurosi di Giacu stridono con tutto il resto della sua vita, che si muove (poco) nei pochi chilometri intorno alla cascina, tra agricoltura e bestiame. Una moglie, presa grazie al “bacialè”, il sensale dei matrimoni, i figli destinati a non muoversi dal paese, i nipoti… e via così per alcune generazioni, per un secolo circa, fino ad arrivare ai tempi moderni, con la Moia che troverà nuova vita come è successo a tante cascine della zona.
La saga della famiglia Fresia è inventata, ma potrebbe tranquillamente essere vera. Zunino ci racconta la storia che è stata di decine di italiani e lo fa con dettagli precisi. Leggendo ci si accorge che l’autore sa esattamente di cosa sta parlando: l’emigrazione, la speranza, le difficoltà. E poi la campagna, la vita in cascina, le difficoltà del parto, pensieri e gesti di chi è langarolo senza mezzi termini.
Se non altro questo è un libro importante per non perdere la memoria di quei gesti, di quelle genti, di quegli anni. La memoria di un mondo più piccolo, che però cominciava ad allargarsi regalando sogni e speranza. Eppure un mondo fortemente legato alla tradizione, nel bene e nel male.
E’ tuttavia, questa “storia di una cascina e di una famiglia”, anche una bella avventura, piena di eventi, varia e coinvolgente, che ci lascia nelle narici sia la polvere della Pampa che l’odore umido della terra di Langa. Chi volesse approfondire ulteriormente può trovare qui la mia intervista con Mario Zunino.