Si parte sempre dall’Istituto di Anatomia Patologica di Torino nei romanzi con protagonista il commissario Aurelio Baldanzi e I delitti dei sette giusti, Fratelli Frilli Editori non fa eccezione. Si parte da lì ma poi si viaggia. In Torino naturalmente, nell’astigiano, ovviamente, e ci si spinge fino a Calascio, in Abruzzo, sulle tracce di una storia antica.
Luisa Ferrari ci porta per mano in un’avventura avvincente facendoci accompagnare dal suo protagonista, sempre più svogliato, sempre più succube degli eventi. Il commissario Baldanzi non è infatti uno di quei poliziotti d’azione e a dire il vero non è nemmeno uno di quelli che lascia lavorare le rotelle del cervello, lui più che altro aspetta.
Questa volta lo troviamo bloccato in casa col Covid, cosa che in fondo non gli dispiace perchè è una scusa ottima per non vedere la fidanzata Ornella. Poi però guarisce e fugge sulle tracce di un mistero in cui, ancora una volta, viene coinvolto suo malgrado. In realtà lui fugge sulle tracce di Giulia Ottolenghi, con cui è in ballo una storia mai nata, ma poi lei lo rispedisce tipo elastico verso l’Abruzzo, a Calascio, dominata dalla leggenda dei Sette Giusti.
In pratica a Torino muore un anziano professore e non è chiaro se i funghi avvelenati nel risotto ci siano finiti per sventura o fossero l’ingrediente principale del pasto. Per scoprirlo Baldanzi (che sarebbe in mutua) attraversa l’Italia e finisce per essere sequestrato inisieme ad una giovane ragazza, con cui condivide pasti e libri nel più strano dei rapimenti che si ricordino.
E se dietro tutto questo ci fosse un personaggio inquietante che si credeva morto? O se invece questo personaggio inquietante fosse morto davvero, ma…?
C’è da godersi l’avventura, incazzarsi per l’apatia del protagonista, chiedersi quali misteri si nascondano tra rocche antiche e ville storiche, scommettere su quale delle donne che veleggiano intorno al commissario concederanno effettivamente le loro grazie, lasciarsi travolgere dal mito e dal rischio. Insomma, c’è da divertirsi e se volete approfondire potete leggere la mia intervista con Luisa Ferrari.