In fondo è un giallo, ma mai come questa volta mi pare evidente che Paolo Toso, autore di A mano aperta, Scritturapura, sia interessato più ai temi di contorno che non alla vicenda gialla che è al centro del romanzo.
Siamo a Torino, zona Falchera, uno di quei quartieri storicamente difficili della città. Periferia, immigrazione, violenza. Nel bel mezzo del nulla sorge però una comunità di recupero per ex carcerati. Si chiama 3L – Libertà, Lavoro Legalità, e pare funzionare benone.
Solo che una giovane praticante legale che presta servizio nella comunità viene aggredita proprio all’interno della struttura e rischia seriamente di lasciarci la pelle. Un giovane ospite viene fermato mentre fugge e da qui parte l’inchiesta. Il Pm Alvise Sacco ha 48 ore di tempo per confermare l’arresto o capire se il responsabile sia in realtà qualcun altro.
In queste 48 ore si svolge tutta la vicenda che, come accennato in apertura, ha in realtà almeno due temi enormi sui quali l’autore ci porta a riflettere con forza. Il primo è la differenza tra legge e giustizia. Il Pm si trova in grossa crisi (per motivi anche legati ad un caso passato), è costretto per dovere ad applicare la legge ma si rende conto che non sempre questa coincide con la giustizia. E questa dicotomia lo manda in crisi.
Il secondo è un intoppo di fronte al quale Sacco si trova di fronte. Il giovane fermato decide di non parlare. Non risponde, rimane in silenzio. Ha un suo motivo preciso ma il Pm non capisce questa sua insistenza e di nuovo si trova di fronte ad una situazione inattesa. E’ in grado di affrontare chi mente e chi dice la verità, ma come si fa con chi non prova nemmeno a dare la sua versione dei fatti?
C’è infine un terzo tema fondamentale che Toso ci sbatte in faccia con violenza. Le migliaia di processi fermi tra il primo ed il secondo grado di giudizio. Storie che non arrivano mai ad una fine. Donne e uomini, vittime e carnefici, che rimangono in sospeso per anni senza riuscire a superare quello che per tutti è un momento di grande dolore, inaccettabilmente prolungato dal malfunzionamento della giustizia italiana.
Come vedete siamo su temi tosti. Toso è stato Pretore e Pubblico Ministero, ora si occupa di Anti Mafia. Sa di cosa parla, per questo vi invito ad approfondire leggendo l’intervista che mi ha concesso per Quotidiano Piemontese.