L’idea di partenza di Alone, discreto thriller (con buoni sconfinamenti nell’horror), non è certo nuovissima e il risultato finale risente di questa mancanza di base.
Pim vive con il suo fidanzato Vee in Korea, ma la malattia della madre la costringe a tornare in Thailandia per accudirla in ospedale.
Qui ritornano immediatamente i fantasi del passato. Anzi ne ritorna in realttà uno solo, quello della sorella gemella Ploy. Le due ragazze erano gemelle siamesi attaccate solo per un lembo di pelle del ventre e non è chiaro perchè siano arrivate fino a circa ventanni senza pensare prima ad una separazione che sembrava molto semplice.
Ploy è morta (ma non ci viene raccontato subito come) ed ora torna per tormentare la sorella.
Evidente che c’è qualcosa che non sappiamo, qualcosa di nascosto e di segreto. Ed io mi guardo bene dal dirvelo perchè è l’unico motivo valido per guardare il film.
La pellicola della coppia Banjong Pisanthanakun e Parkpoom Wongpoom è infatti un buon prodotto che però manca di quel particolare in più che lo renda memorabile.
Sono buoni i titoli inziali con le immagini (invero inquietanti) di tutta una serie di gemelli siamesi, ma il ritmo è fin da subito troppo lento e si fatica a seguire la vicenda.
La fotografia è ben fatta e le scene molto ricercate. In particolare sono i flashback che pian piano ci raccontano il segreto nascosto (la chiave del film) a rappresentare la nota più apprezzabile. Una musica rilassante, un seppiato che da l’idea del tempo passato ed una serenità che fa capire come da un momento all’altro dobbiamo aspettarci il dramma.
Ma poi ci sono alcune soluzioni veramente banali. A partire dall’idea delle macchie di Roscharch che rappresentano il doppio e il dualismo, al cane sostituito che dovrebbe guidare verso la soluzione dell’enigma, per finire con gli occhiali, scelti come unico segno distintivo tra le due sorelle.
Scelte obiettivamente banalucce per buttare degli appigli alla narrazione.
E poi arriva il finale, il segreto non detto, la soluzione del giallo che devo riconoscere essere sufficientemente sorprendente e gradevolmente risolutrice. Quel qualcosa in più che aspettavo per trasformare la mia opinione da deludente in comunque positiva.
Considerazione finale: un Alone 2 ha ottime basi per essere girato prendendo origine dal finale del film e trasformando completamente la vicenda virando diretti sul sovrannaturale (presente Ju-on?).