The dome – Stephen King

Chi ha paragonato The dome a L’ombra dello scorpione dubito che abbia mai letto il secondo, e se l’ha fatto deve averlo fatto al tempo della pubblicazione della prima versione.
Si perchè i due romanzi hanno in comune ben poco se non la distruzione praticamente completa del mondo conosciuto, con la differenza che ne L’ombra dello scorpione il mondo è da intendersi in maniera assoluta, in questo The dome è limitato al paese di duemila anime che viene racchiuso dalla cupola.
In più nel capolavoro che fu, la distruzione totale del pianeta era seguita da una seconda parte che raccontava la lotta per la ricostruzione, qui ci si ferma al disastro.

Detto questo The dome è un buon libro in cui c’è molto del buono che Stephen King ci ha regalato in questi decenni.

the-dome

A Chester’s mill ci si risveglia con una misteriosa cupola (che poi cupola non è) che circonda perfettamente i confini a forma di calzino della cittadina.
Dall’esterno nessuno è in grado di intervenire, all’interno tocca riorganizzarsi affrontando i problemi man mano che si presentano. La scarsità di cibo è il più ovvio ma il meno urgente, l’irrespirabilità dell’aria finirà per eventi contingenti per diventare il problema più grave.
Inevitabile che la situazione all’interno del paese si surriscaldi (insieme alla temperatura) ben presto.
Anche perchè il secondo consigliere Jim Rennie, che non è uno stinco di santo, vorrebbe approfittare della situazione per consolidare il suo potere e diventare dittatore unico del paese.
A contrastarlo si schierano un gruppetto agguerrito di personaggi, l’ex militare Dale Barbara, la direttrice del giornale locale, il medico e naturalmente un terzetto di ragazzini svegli (volete mica che in un libro di King manchino i ragazzini!).

Non vi racconto altro per non scendere nei particolari ma il proseguimento narra l’inasprimento della situazione, le malefatte di Rennie che raccoglie giovani aspiranti poliziotti creando una sorta di milizia privata e circuisce la popolazione raccontando che la colpa di tutto è di Barbara e dei suoi amici.
E lasciamo da parte il fatto che il protagonista si chimai Barbie come una bambola della Mattel.

Il volume italiano conta 1035 pagine di cui almeno la metà evitabile visto che King si diverte a raccontarci gli eventi da decine di punti di vista diversi.
L’apparizione della cupola (che poi cupola non è… e due) è stirata per una serie infinita di pagine in cui ci viene raccontato cosa stavano facendo in quel momento praticamente tutti i personaggi della vicenda (ed anche diversi non-personaggi).
E l’espediente viene ripetuto diverse volte, ogni volta che un evento importante segna un punto di svolta nella storia.
Obiettivamente esagerato.

Su mille pagine ci sono però anche momenti veramente ben scritti, pagine da ricordare e mettere da parte. Si tratta di eventi di contorno, di piccoli accadimenti che non segnano la storia ma diventano piccole chicche letterarie. L’apparizione dei due bambini rimasti senza genitori è veramente toccante e sorprendente, capace di lasciarti per un momento ad occhi sgranati, di farti tornare a rileggere qualche riga indietro per capire cosa ti sei perso…
Del resto sono anni che dico che i racconti di King sono molto più efficaci dei suoi romanzi!

E non manca il classico giochino kinghiano del tipo: uscirono a cena, passarono una splendida serata, si salutarono sulla porta di casa e quello fu l’ultima volta in cui la vide viva!
Evidentemente il buon Steve si diverte a scudisciare il suo lettore con questi colpi a sorpresa che però ormai a sorpresa non sono più.

Permettetemi un’ultima considerazione. E qui c’è un piccolo spoiler che chi vuole può tranquillamente saltare.
Dopo aver tirato per mille pagine gli eventi e l’evoluzione della storia, centellinando morti dividendoli equamente tra suicidi, omicidi e incidenti, ecco che all’improvviso l’autore decide che è arrivato il momento di chiudere e ci infila dentro l’evento che in dieci minuti decima la popolazione fiondandoci direttamente e inevitabilmente nel finale della storia.
Forse una più equa divisione sarebbe stata più apprezzabile e gustosa. Sarebbe venuto fuori un romanzo di 5000 pagine? Non credo, visto che le prime mille sono decisamente sfrondabili…
Fine dello spoiler.

E fine anche della recensione.
The dome rimane comunque un bel lavoro, uno dei migliori degli ultimi anni.
E se trovate qualche somiglianza tra le vicende politiche che accadono sotto la cupola (che poi cupola non è… e tre) e quanto sta accadendo in Italia… probabilmente siete comunisti e non volete che l’amore trionfi sull’odio.

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