L’uomo della cuccetta n. 10 di Mary R. Rinehart

L’abilità di Mary R. Rinehart è di riuscire a creare intrecci coinvolgenti (e va bene) ma più che altro è la capacità di raccontare briciola dopo briciola in un crescendo di sorprese e di ritmo che portano ad un finale quasi action.

Succede anche per questo L’uomo della cuccetta n. 10, ancora una volta raccontato in prima persona.

Il protagonista narratore è Lawrende Blakeley, che sarebbe avvocato ma la cosa è secondaria nella vicenda.
Quello che è fondamentale è che si trova su un treno quando nella cuccetta in cui dovrebbe trovarsi lui viene ucciso un uomo.
Ad ingarbugliare la situazione (soprattutto la sua) c’è la scomparsa della sua valigetta con documenti importanti e dei suoi vestiti, scambiati con quelli di un uomo che dal treno è sparito.

Insomma l’esordio è complesso e basterebbe a dare il via ad una vicenda arzigogolata anche senza gli eventi immediatamente successivi.
E sto parlando dell’incidente ferroviario che rimescola le carte e dell’apparizione di Alison West, bella ragazza che sembra essere l’unica a credere alla sua innocenza.

A risolvere il mistero daranno una mano anche l’amico Richey e il curioso Hotchkiss, investigatore dilettante, appassionato e precisissimo.

La Rinehart è brava, nessun dubbio, ancora una volta a creare una partenza già piena di avvenimenti e tuttavia a farli crescere, aumentare, interagire tra loro, fino a guidarci ad un finale ricco d’azione e movimento prima delle classiche rivelazioni da giallo.

Ottimi anche i personaggi, la loro caratterizzazione precisa ma comunque in movimento e in crescita.
Alcuni sono quasi delle statue, immutabili nelle loro caratteristiche, altri hanno un’evoluzione nel cosro della storia, altri ancora cambiano completamente faccia.

Un giallo assolutamente godibile firmato da una delle signore del genere.

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