Benvenuto Presidente Bisio

Un po’ di delusione per Benvenuto Presidente, film che mi aspettavo fatto decisamente meglio dal punto di vista strettamente filmico perchè ho un certo rispetto di Riccardo Milani regista.
Invece il film è più divertente di quello che mi aspettassi ma decisamente scarsino in quanto film.

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Giuseppe Garibaldi, pescatore bibliotecario di montagna, viene eletto Presidente della Repubblica per una serie di mancati accordi tra le forze politiche. Invece di rifiutare l’incarico come gli viene chiesto, decide di accettarlo e, salvo qualche piccolo problema col protocollo, si impegna per fare del suo meglio.

Solo che da cittadino onesto scopre che davvero in Parlamento tutti hanno qualcosa da nascondere, che la politica ed il Paese intero vivono sul clientelismo, sullo scambio, sulle ruberie e sui vantaggi privati.
Cercando di rimanere l’uomo onesto che è rischia di rivoluzionare l’Italia intera.

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Il film è senza dubbio divertente, Claudio Bisio è mattatore assoluto e regge senza problemi l’intero film affiancato dalla sempre affascinante Kasia Smutniak che però pare un po’ intimidita.
Del resto sorprende che l’intero cast, pur di grande richiamo, viaggi su toni bassi e su qualità a marce ridotte.

Oltre a ridere si riflette anche, sebbene ormai siamo consapevoli di quale sia la situazione politica (e non solo) italiana. Insomma il film che dovrebbe essere se non profetico almeno clamorosamente puntuale nell’uscita finisce per ricordarci che invece sono anni che siamo in questa situazione e che la soluzione è talmente ovvia da sembrare banale e forse irrealizzabile. Ma di nuovo è il livello artistico del film a perdere colpi, anche nei momenti in cui si rischia una leggera commozione.

Da non perdere assolutamente invece l’ottima interpretazione della Reggia di Venaria nel ruolo del Quirinale e la chicca con “i poteri forti” interpretati da quattro attori d’eccezione, al secolo Gianni Rondolino, Lina Wertmuller, Pupi Avati e Steve Della Casa.

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