Inquietante dal primo all’ultimo minuto, Stoker è un film fortemente visuale in cui è evidente l’attenzione che Chan-wook Park mette nei dettagli delle immagini, delle inquadrature, costruendo quasi dei quadri di volta in volta, sempre con significati notevoli.
Entriamo nella vita della famiglia Stoker dopo la morte di Richard, quando nell’enorme casa rimangono la moglie e l’amata figlia India… e tra le due non è che ci sia mai stato un grande rapporto.
In quel momento appare Charles, un fratello di Richard di cui la giovane India non sapeva nulla.
La presenza dello zio sconvolge la ragazza ed anche la madre perchè è evidente che tra i due cognati nasca un rapporto. Solo che le cose non sono così semplici perchè India è allo stesso tempo attirata e respinta da questa figura sorprendente che è entrata con prepotenza nella sua vita.
Non vi racconto altro, ma di sorprese ce n’è un bel numero e la situazione cambierà diverse volte.
Chan-wook è un artista e lo dimostra per come tratteggia le immagini, le inquadrature, ma anche i personaggi.
Abbiamo infatti un terzetto di protagonisti il cui livello di inquietudine (provata e provocata) è davvero notevole.
Mia Wasikowska comincia con un monologo terribile e poi tiene una espressione monotona che non fa mai capire da che parte si trovi, cosa che man mano che la vicenda prosegue avrà un’importanza fondamentale.
Matthew Goode passa dal sorriso rassicurante al ghigno malefico da un secondo all’altro.
Nicole Kidman è la meno inquietante dei tre ma il suo è un personaggio triste, sconfitto, che si è accorto di aver perso e di aver buttato la sua vita.
Tutto tenuto insieme da una vicenda in cui aleggia inquietudine e paura dal primo istante, creata con sapienza dalle immagini, dal racconto e dai dettagli.
E i dettagli sono una parte importante di Stoker.
Il gioco con le immagini dell’inizio, poi ripetuto nei momenti clou e ancora (soprattutto) il giochino delle scarpe di India, che ritorna e conduce a scoprire segreti (pur rimanendo l’unico non rivelato in maniera esplicita).
Infine la tensione emotiva, la carica erotica e passionale che scorre tra i tre protagonisti. Un erotismo evidentemente rimasto sopito per anni (e nel caso della ragazza praticamente inedito) che muore dalla voglia di esplodere eppure fatica a farlo rischiando poi di liberarsi solo in maniera malata.
Ma che altro volete da un film?