Gran bella sorpresa The Haunting in Connecticut 2: Ghosts of Georgia, una ghost story tradizionale su cui Tom Elkins gioca con attenzione ed ottimo mestiere registico, probabilmente migliore anche del pur ottimo primo film.
Lisa si trasferisce con marito e figlioletta in una proprietà in Georgia e qui scopre che non è l’unica ad avere strane visioni, anche la figlia ha lo stesso problematico, così come la sorella, che però le accetta senza troppi problemi.
Il problema nasce invece dal fatto che la proprietà dove abitano ha una storia antica di schiavitù. Vi viveva un imbalsamatore che in segreto organizzava la fuga di gruppi di schiavi e per questo (forse) fece una fine non proprio simpatica.
Il terreno pullula quindi di spiriti e le tre donna scopriranno che non tutti i segreti nascosti in quel posto sono già venuti a galla.
Come detto siamo di fronte ad una ghost story molto classica, tuttavia realizzata con tale attenzione e precisione da risultare assolutamente funzionale e coinvolgente.
Ottimo il montaggio (a volte estremizzato) e le scelte attente delle inquadrature, ottima la costruzione della storia.
Classiche poi (ma di nuovo perfettamente funzionanti) le soluzioni scelte per far saltare lo spettatore sulla poltrona: fantasmi che appaiono e scompaiono, piccoli rumori, colpi a sorpresa, luci, ombre, tutto secondo il manuale del buon regista.
Con in più una chicca in una sequenza davvero notevole che coinvolge dei fili, degli aghi da imbalsamatore, una roulotte, un bel po’ di segatura e Katee Sackhoff (i pezzi insieme metteteli voi).
Molto buone anche le interpretazioni di Abigail Spencer e Chad Michael Murray (ma un po’ troppo belloccio), ma da segnalare assolutamente quella della piccola Emily Alyn Lind.
Anche qui come nel primo si gioca sul fatto che il film sia tratto da una storia vera, cosa a mio avviso assolutamente secondaria…