Non è un gran film Il violinista del diavolo e merita per poco più che ascoltare qualche virtusismo al piano. Non mi è chiaro a cosa volesse puntare Bernard Rose ma direi che ha sicuramente fallito l’obiettivo.
Niccolò Paganini è uno splendido musicista, ma proprio splendido, un genio del virtusismo, capace di cose che glia ltri violinisti nemmeno possono immaginare. Non riesce però a sfondare, a farsi consocere.
Questo fino a quando incontra tale Urbani (i diavolo in persona?) che gli fa firmare un contrattino e gli assicura gloria imperitura.
Gloria che effettivamente arriva immediata. Prima in Italia, poi a Parigi.
E poi arriva la chiamata da Londra, per conto dell’impresario Watson, che vorrebbe portare Paganini sull’isola ma ha qualche difficoltà a convincerlo. Si indebita, si fa pignorare i mobili e riesce nell’impresa.
Casini vari ma sarà un successo.
Con tanto di amore per la giovane Charlotte e passione per una serie di altre donne.
Splendida Andrea Deck, diabolico e micidiale David Garrett, poi poco altro.
Un sacco di costumi, un po’ di sesso (molto ipotizzato e poco mostrato), piccoli intrighi, una giornalista, una Londra dell’800 troppo pulita per essere credibile.
E poi diversi virtuosismi al violino, che forse (con il viso indimenticabile della Deck) sono l’unica cosa che meritano veramente nella visione del film, bruttino per il resto.