E questa volta Vincenzo Natali realizza un film talmente incasinato che è dura venirne fuori con le idee chiare. Haunter è sostanzialmente una storia di fantasmi, ma dire per nulla classica.
Lisa ha un problema non da poco. Tutte le mattine si sveglia per il richiamo del fratellino Robbie, va a fare colazione, poi la mdre le chiede di fare la lavatrice, poi mancano dei vestiti, poi la sera polpettone, poi si guarda “La signora in giallo” e poi di corsa al letto in attesa del giorno dopo, il giorno del suo sedicesimo compleanno.
Solo che questo giorno non arriva mai e non è un problema leopardiano, è proprio che vive un loop: si ripete ogni giorno la setssa storia, la stessa vita.
Ad aggravare la situazione il fatto che dalla loro casa i quattro proprio non possono uscire, senza contare che lei è l’unica a rendersi conto che c’è qualcosa che non quadra.
Non vi dico oltre perchè è bene che scopriate man mano quello che succede.
Sappiate però che Lisa non ci sta e cercherà in tutti i modi di capire cosa sta succedendo.
Nella faccenda c’entra naturalmente qualcosa accaduto in quella casa, un personaggio misterioso, delle ragazze scomparse tanti anni prima, ed una cantina che nasconde un segreto.
Come dicevo, in fondo è storia di fantasmi, ma per nulla tradizionale. Natali riesce a creare una tensione dall’evoluzione della storia, a spingere lo spettattore a cercare di capire cosa diavolo è accaduto.
E l’impresa è ardua perchè l’intrecccio è così intrecciato, i piani narrativi talmente fusi, il passaggio dal reale al non reale talmente spinto… che si finisce per fare un po’ di confusione.
E se mi permettete anche gli efffetti speciali lasciano parecchio a desiderare.
Però il film funziona, è avvincente, si fa seguire fino alla fine. Abigail Breslin è ottima protagoista ed ha sulle spalle buona parte del peso del film.
Se però volete essere certi di quello che avete visto… bhe… c’è qualcosa da registrare.