Il quarto K di Mario Puzo

Ogni tanto mi capita di tornare al mio vecchio amore per i thrilleroni politici e recuperare libri che non ho mai letto. Così è toccato a Mario Puzo e al suo profetico Il quarto K.

Presidente degli Stati Uniti è Francis Kennedy, nipote di JFK e di Robert. Fascino magnetico, ha deciso però di non ricandidarsi. La morte della moglie gli ha tolto molto.

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Capita però un sacco di roba. Nella domenica di Pasqua a Roma viene ucciso il Papa, mentre un’aereo con a bordo la figlia del residente viene dirottato e sequestrato. Intanto due giovani ricercatori annunciano di aver piazzato una bomba atomica nel cuore di New York.

I tre avvenimenti sono legati? Come riuscirà Kennedy ad affrontarli, considerando che è coinvolto in maniera personale e diretta?

Questa è naturalmente solo la partenza di un romanzo complesso e pieno zeppo di roba, in cui intrighi internazionali e passioni personali si fondono inesorabilmente. Puzo punta tutto sulla figura di Kennedy, sulla sua evoluzione. E naturalmente sui personaggi che lo circondano. Il suo staff. Tra il sogno di un governo pulito e illuminato e il rischio di una vera e propria dittatura per bypassare gli ostacoli che bloccano le riforme.

Quello che stupisce è come un romanzo del 1991 parli di un attentato nel cuore di New York con modalità devastanti. Certo non è l’unico ad anticipare l’11 settembre, ma qui siamo vicini al concetto di “atto che cambia il mondo per sempre” di cui tante volte abbiamo sentitio parlare dopo il 2001. In realtà la bomba a New York non è il tema più rote del romanzo, che si snoda in un alternarsi di sorprese davvero coinvolgente.

Insomma, se non l’avete mai letto e vi piace il genere provate a recuperarlo.

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