Torna il commissario Paludi di Fabio Beccacini e questa volta in Mentre Torino dorme, Fratelli Frilli Editori, dovrà vedersela con un intricato caso legato al traffico internazionale di stupefacenti.
Il commissario Paludi, cinquant’anni il giorno dei Santi, torna in servizio quasi a forza, ma abbandonare i suoi demoni non è facile. Deve però farlo perchè si trova immediatamente invischiato nella morte di una ragazza di 20 anni. Una fine orribile e lui vorrebbe dare un nome ai suoi assassini.
Ma non può farlo, perchè viene buttato su un aereo (orrore e paura) per occuparsi di un caso di respiro internazionale di cui non sa nulla. Traffico di stupefacenti.
Tra Colombia, Romania, paesi ex Sovietici e Torino Paludi dovrà tirar fuori una soluzione all’intricata vicenda.
Beccacini è un maestro dell’intruglio narrativo. Riesce a organizzare la vicenda su più livelli spaziali e temporali e a restiturci la soluzione solo sul finale. Come fosse una splendida torta in cui mischiando gli ingredienti l’impressione è che mai finiranno per legarsi e invece poi…
Paludi è un personaggio forte, complesso, tosto e debole allo stesso tempo. Letterariamente ricorda i poliziotti dei noir americani. Sporchi, cattivi, per nulla perfetti, ma poi efficaci e capaci di intuizioni notevoli.
Ma il romanzo funziona anche e soprattutto per tutti gli altri personaggi che l’autore ci infila dentro. Tutti dettagliati, tutti complessi, tutti con la loro personalità e la loro storia. Nessuna di queste, nemmeno quella dei personaggi di passaggi, semplice e felice.
Mentre Torino dorme è un insieme di personaggi sconfitti, anche quelli che apparentemente poi vincono. Non c’è speranza nel nero della notte, bisogna solo provare a sopravvivere…