Il primo romanzo di Claudio Secci, che si intitola Il profumo del sentimento e risale ad un decina di anni fa, è una via di mezzo tra una vicenda apocalittica e un saggio sull’uomo e sui sentimenti. Potremmo anche spingerci a dire che Secci usa la scusa del romanzo d’avventura per mostrarci invece il suo pensiero in maniera aperta e – appunto – quasi saggistica.
Siamo nel 2017 ed eventi ambientali sempre più estremi stanno portando la Terra ad una veloce distruzione. Continui fulmini e tempeste senza pioggia aivano dal cielo menre terremoti sempre più violenti e devastanti aprono profondi squarci nella crosta terrestre.
Un gruppo di superstiti riesce a rifugiarsi in una caverna, nell’attesa/speranza/paura di incontrare il Creatore. Tra loro c’è il giovane narratore, che approfitta dei momenti di quiete per riflettere sulla vita, sull’uomo, sull’amore.
E qui si sviluppa tutta la parte centrale del racconto, quella fatta di riflessioni, analisi, pensieri, ricerche, approfondimenti. Sono capitoli che si possono leggere con occhio di approfondimento e riflessione, ma che tuttavia hanno il loro senso assolutamente compiuto anche nello sviluppo della storia, al punto da essere utilmente assimilati nel momento in cui la vicenda va verso la sua conclusione.
Non c’è dubbio che questo sia un lavoro estremamente interessante per come è strutturato e per le sensazioni che riesce a sviluppare.