A Haunting in Salem, streghe e sceriffi

Non certo il miglior prodotto Asylum degli ultimi tempi, A haunting in Salem è scontato e ovvio (come tutti i film Asylum), mancante di qualunque veridicità (come tutti i film Asylum), ma è anche mancante delle esagerazioni classiche ed incredibili a cui ci hanno abituato e che sono il vero marchio di fabbrica.
Il risultato è che  il film di Shane Van Dyke è un horror mediocre che gioca su temi molto classici… anche se si risolleva parecchio sul finale.

Wayne si trasferisce con moglie e figli per prendere servizio come sceriffo.
La casa che gli viene assegnata (enorme) ha però un passato oscuro. Anni prima uno sceriffo si è suicidato dopo aver ucciso l’intera famiglia e diversi secoli prima (anche se nel film viene detto che la casa ha circa un secolo di vita, vabbè) sono state giudicate e giustiziate proprio lì 19 streghe.

Gli influssi di tutto questo non tardano a farsi sentire, soprattutto sulla figlia Ali che comincia a chattare con un misterioso Salem1692 che sembra sapere molto di lei.
Poi rumori, uccelli morti, sparizioni, capelli trovati nello scarico della doccia e tutto quello che vi può venire in mente.

La storia è debolissima, mancano proprio i passaggi fondamentali.
Lo sceriffo crolla ai primi accenni di visite soprannaturali, non fa alcun approfondimento e comincia a scavare come un pazzo nel cortile e cose simili…

Però tutto questo è parte integrante della filosofia Asylum, come pure le interpretazioni scadenti dei protagonisti.
Da Bill Oberst Jr.Courtney AbbiatiJenna Stone si fa a gara per l’interpretazione meno credibile (vince di gran lunga Oberst!).
Quello che manca è l’esagerazione, i toni estremi che dovrebbero dare ironia al film.

Rinunciato a questo tocca godersi un buon finale decisamente horror, teso il giusto e perfino con Jenna Stone completamente insanguinata (anche se nella storia a chiamarsi Carrie è la madre).

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