Seguendo il sangue, tra follia e immagini psichedeliche

Alberto Antonini merita come minimo l’apprezzamento per aver rischiato parecchio nel realizzare un film assolutamente fuori dagli schemi e dalle regole.
Non certo rivoluzionario, ma Seguendo il sangue è senza dubbio una sperimentazione riuscita e apprezzabile.

Immagini violente, luci esagerate e fuori regola, filtri, sdoppiaggio delle immagini, perfino un montaggio a tratti forzato.
Tutta roba ovviamente già vista ed utilizzata spesso, anche da registi di grido, in particolare per raccontare sogni, incubi, momenti di lucidità alterata dei protagonisti.
La differenza è che qui la tecnica accompagna tutto il film, è la regola.
Sarà forse anche che tutto il film è effettivamente visto con gli occhi decisamente alterati (vogliamo dire folli?) del protagonista.

E Antonini gioca anche coi testi, con i dialoghi, spesso sopra le righe, a volte addirittura non combacianti con le immagini che ci mostra.
Tutto è molto teatrale, funzionerebbe bene (ovviamente con altri ritmi e altre tecniche) anche su un palcoscenico non filtrato da una telecamera.

Poi però c’è anche la storia, che è comprensibile e avvincente.
C’è un ragazzo che rapisce una ragazza, un ragazzo che però è fortemente turbato, in particolare da un programma televisivo che si chiama Blood Out in cui un folle venditore/santone vende rimedi per il mondo.
Poi c’è la fusione tra la tv e la realtà, che diventano entrambe reali. Così mentre il ragazzo nella realtà è carceriere, nella tv diventa vittima, suddito, carcerato, incapace di opporsi al volere del suo padrone virtuale (l’uomo con la maschera da maiale o la tv stessa?).
E ancora l’amore che sboccia tra rapitore e rapita, una rapita però sempre mascherata (anche lei simbolo di qualcosa di più profondo), un amore capace di risvegliare i sensi e la volontà, e di rimescolare le carte.

Insomma tanta carne al fuoco, ma l’impressione è che non sia troppa e Antonini riesce a gestirla al meglio.
Sempre però partendo dal presupposto che Seguendo il sangue è sperimentazione.

Nota di merito per Matteo Niccoli che riesce ad essere molto espressivo in un’interpretazione certo non facile.

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