Io lo sapevo al momento dell’acquisto che Wake era un libretto senza nulla a pretendere, si capiva dalla copertina, eppure il romanzo di Lisa McMann è finito comunque nella mia biblioteca (merito forse dei tre euro di spesa che Wake mi è costato sulla bancarella del lungomare).
Jane ha diciotto anni ed un problemino che la assilla da quando ne aveva otto: quando qualcuno si addormenta nelle sue vicinanze lei riesce a vedere i suoi sogni, ma non è in grado di fare nulla per gestirli.
La cosa è problematica e finisce per scoprire i segreti delle sue amiche, dei vicini, di chiunque le capiti a tiro.
Peraltro queste avventure la lasciano spossata, come se fosse reduce da una crisi epilettica.
Per il resto la sua vita è quasi quella di una ragazza normale (a parte la madre alcolizzata). Le amiche (poche), la scuola, un ragazzo che le piace.
Ma proprio nei suoi sogni qualcosa non torna, c’è un segreto nascosto… e soprattutto c’è lei ed un pericolo.
Ora, vi rendete conto che l’idea è molto buona per quello che vuole essere un thriller.
Protagonisti adolescenti, amore, intrigo, mistero, una buona dose di sessualità…
Peccato che la McMann svolga il compitino malamente.
I personaggi sono solo abbozzati, la vicenda poco approfondita, persino i sogni sono banalucci.
Per non parlare della prosa decisamente scadente.
Miniperiodi che starebbero meglio in un sms che in un romanzo e addirittura microcapitoli a volte di una sola riga.
A tratti l’impressione è quella di voler scimmiottare lo stile di Stephen King (a proposito, auguri!) ma se vi fidate il risultato è ben diverso.
Manca mordente, passione, ritmo…
Mi dicono che questo è il primo libro di una trilogia dell’incubo ma sinceramente dubito che da me avrete altre notizie relative ai sogni di Jane (e agli incubi di Lisa McMann).