E niente da fare, anche il remake di Total Recall – Atto di forza, firmato da un comunque ottimo Len Wiseman utilizza la splendida linea narrativa del racconto originale (menti bruciate, ricordi mischiati) come spunto per poi rifilarci ancora una volta un action tutto lotta e inseguimenti.
A mio parere un’occasione persa per sviluppare meglio un soggetto incredibile.
Nel mondo sono soltanto due le zone ancora abitabili, la Federazione Britannica e la Colonia al polo opposto.
Il rapporto non è splendido, la Colonia è poco più di un dormitorio i cui abitanti lavorano per la Federazione.
Poi c’è la Rekall, società che regala ricordi.
E naturalmente Douglas, lavoratore integerrimo, che quando si presenta alla Rekall viene accusato di essere un agente segreto ed è costretto a scappare su e giù per il mondo (è proprio il caso di dirlo) in fuga dalla moglie e da un esercito di robot.
Ma soprattutto è costretto a scappare da se stesso per cercare di capire chi è e se i suoi ricordi sono reali o gli sono stati impiantati.
L’inizio del film è molto buono, la presentazione degli ambienti splendente.
Siamo in un mondo che è una via di mezzo tra quello di Blade Runner e quello… del primo Atto di forza.
Città su più livelli, pioggia, macchine volanti (o quasi).
Splendido l’ascensore (the Fall) che unisce i due luoghi abitabili del pianeta e curioso il fatto che un ascensore (qualcosa che unisce) diventi in realtà il simbolo della divisione, una specie di muro da abbattere.
Solo che gli ambienti sono la cosa migliore del film (a parte un discreto ma troppo possente Colin Farrell – ma del resto il suo predecessore fu Arnold Schwarzenegger – e la sempre splendida Jessica Biel) e per godersi il film bisogna continuare a seguire lo sfondo e lasciare un po’ perdere l’intermminabile sequela di fughe, combattimenti, sparatorie, botte da orbi, salti esagerati e tutto quello che vi viene in mente.
E questo naturalmente perchè il giochino se i ricordi di Doug siano veri o falsi e se quello che stiamo vedendo sia realtà o solo un prodotto della Rekall si perdono dopo una mezz’oretta o poco più.
A parte tutto la battuta migliore del film rimane quella della donna con tre tette: “Rimpiangerai di non avere tre mani!”