Ora non ditemi che guardando Armie Hammer e Johnny Depp in The Lone Ranger non avete pensato a Bud Spencer e Amidou in Occhio alla penna, perchè le similitudini sono davvero notevoli e Gore Verbinski è troppo furbo perchè questo non sia un omaggio (nemmeno troppo sottile a Michele Lupo).
Poi naturalmente la storia è tutt’altra cosa, ma i personaggio sono loro, non c’è dubbio!
Qui siamo nel vecchio West negli anni in cui la ferrovia sta conquistando le praterie e distruggendo l’habita degli indigeni americani (oltre che gli indigeni americani in quanto tali).
Di mezzo c’è una miniera d’argento, dei banditi ufficiali e dei banditi che dovrebbero invece essere industriali e/o amministratori della legge stessa.
Così c’è un avvocato che diventa ranger e vorrebbe applicare la legge nella maniera moderna e regolare dell’America che nasce, ed un indiano solitario che ha un conto in sospeso con un bandito e se ne va in giro con un corvo morto in testa.
I due finiscono per viaggiare insieme, costretti dagli eventi, ed insieme affrontare tutto e tutti, indiani e cowboy, cercando di evitare una guerra che non può avere storia e la sconfitta della giustizia.
Tutto è raccontato dal vecchio Tonto, l’indiano, ormai ridotto a rappresentare il suo popolo in un circo ambulante.
Naturalmente c’è da divertirsi. Azione e ritmo, molta ironia, tanta esagerazione sull’azione.
Il tutto accompagnato da musiche splendide e travolgenti, spesso teoricamente fuori luogo.
Altro?
Johnny Depp si diverte come un pazzo ad aggiungere personaggi alla sua galleria di interpretazioni sopra le righe.
Helena Bonham Carter è dotata di gamba finta in avorio capace di essere letale al bisogno.
Per chiudere vi segnalo la lunga e devastante sequenza dell’inseguimento tra i due treni, in cui si corre, si salta, si cavalca, si spara, si badila, si fanno acrobazie e tutto quello che vi posa venire in mente di imposssibile da fare su due treni che corrono paralleli.