Con La traccia arrivo alla fine del mio malloppazzo di libri su Kay Scarpetta. Undici. Li trovate tutti sotto il tag Patricia Cornwell. Una saga che mi ha soddisfatto (poco) solo in parte.
Quest’ultimo capitolo (personale, non della Cornwell che non finirà mai di raccontarci avventure della sua anatomopatologa alter-ego) non aggiunge molto al resto.
Kay Scarpetta, che ormai fa solo più consulenze, viene chiamata per una di questa proprio a Richmond, nell’istituto che ha diretto per anni e che è poi stata costretta ad abbandonare. Qui trova la sua reggia ridotta quasi in cenere, mal gestita e sull’orlo del crollo, come pure i suoi vecchi collaboratori. Il nuovo direttore è stato messo lì per questioni politiche e non per passione o esperienza.
Il caso è quello di una bambina presumibilmente morta di influenza ma su cui non c’è ancora alcuna certezza. Bisognerà rieseguire l’autopsia. Ma perchè viene chiamata Kay per un caso così neutro? Cosa si nasconde dietro?
Ad aiutare il nostro medico ci sono gli amici di sempre, da Marino a Benton a Lucy. E come sempre tutti si troveranno in situazioni sempre più estreme e difficili.
Poco pathos, poco mistero, scrittura tradizionale. Solo un volume in più nella lunga saga.
