Raccontare (recensire) un libro pensato per i bambini non è cosa facile (o quantomeno non lo è per me) così ho pensato che per dirvi se La locanda dello spiedino, Neos Edizioni, funziona oppure no era il caso di interpellare due esperti.
Quello che vi dirò sono quindi le reazioni alla lettura del libro dei miei due figli: lei 8 anni, lui quasi 4 (ok, lui è un po’ fuori età perchè il libro è dichiarato per “bambini dai 6 agli 11 anni e per gli adulti illuminati”, ma tant’è!).
Silvana Bottignole ci porta in un mondo magico. Sei bambini e sei bambine, in arrivo da ogni angolo del mondo, hanno vinto il concorso “Viva i bambini” ed hanno così la possibilità di entrare nella Locanda dello spiedino.
Non si tratta in realtà di una vacanza premio, ma di un viaggio importante, fondamentale per la loro crescita. Un viaggio in cui Stella di rugiada e i suoi aiutanti (abbiamo nonna Verbena ma anche la scimmia Nocciolina, il cane Carciofo e il corvo Radov) li aiuteranno a prendere consapevolezza di loro stessi, a crescere rimanendo un po’ bambini, a fidarsi degli adulti (ma mica di tutti!), a rispettarsi, a sviluppare la loro curiosità e la voglia di conoscere il mondo.
Per farlo parteciperanno ad un grande gioco, con regole molto ferree e precise e con un fascino senza precedenti. Non mancherà un viaggio nel Pallone volante, che li porterà fino ad un’oasi Tuareg e la preparazione del grande pasto finale, naturalmente comprendente gli “spiedini alla nostra maniera”.
L’autrice fissa sul libro la propria vita. I viaggi in Africa, la scoperta del mondo, la conoscenza delle persone. E perfino gli spiedini e il pallone volante nascono dai giochi che faceva con i suoi nipotini.
E allora, direte voi, la reazione dei due pargoli alla lettura?
Entusiasta. Naturalmente il piccolo è facile alla distrazione, ma amato soprattutto i personaggi animali ed ha provato ad immedesimarsi nei bambini protagonisti (poi si è perso e proprio fino alla fine non è che lo abbia seguito…).
La grande invece c’è cascata in pieno, chiedendo continuamente di andare avanti, facendo domande, chiedendo spiegazioni, gustandosi perfino le lunghe descrizioni delle preparazioni dei giochi, delle regole, dei menù…
Insomma, a vedere la loro reazione l’obiettivo sembra centrato.