La saga di una famiglia che attraversa 50 anni di storia tedesca, passando dalle proteste del 1848 ed arrivando fino alle soglie del nuovo secolo.
I Buddenbrook è il romanzo di esordio di Thomas Mann ma ha dentro probabilmente già tutta la sua forza, la sua capacità descrittiva, la sua potenza espressiva.
La decadenza della famiglia Buddenbrook è in realtà il disfacimento dell’intera borghesia europea, sgretolata dai primi movimenti rivoluzionari, dalle prime consapevolezze della classe dei lavoratori, anche solo dallo scorrere della storia di un continente che si prepara alle grosse novità del ‘900.
Ma le quattro generazioni raccontate da Mann devono affrontare anche i contrasti e le difficoltà interne alla famiglia, un’azienda familiare che è il vanto dell’anziano Johann, del figlio e dei nipoti (almeno due su tre), un’azienda che raggiunge il suo splendore sotto la guida di Thomas, appoggiato indiscriminatamente dalla sorella Antoine, che raggiunge l’apice diventando addirittura senatore. Ma un’azienda che, sempre sotto la sua guida, non riesce a rispondere agli sconvolgimenti economici e subisce un crollo inarrestabile, una decadenza che travolge tutta la famiglia e la casa di Mengstrasse, vero simbolo della forza dei Buddenbrook.
Ed il crollo sembra esemplificarsi nella figura del piccolo Hanno, ultimo erede, debole di fisico e di mente, ottimo musicista ma destinato ad una fine prematura.
Una saga collettiva quindi, globale, epica. Un’Eneide tedesca rappresentata da una sola famiglia borghese.
Ed il romanzo di Mann si srotola senza cali per centinaia e centinaia di pagine, passando da eventi rocamboleschi a periodi di tranquillo svolgimento di vita quotidiana.
Impossibile non godersi le lunghe e dettagliate descrizioni delle giornate dei personaggi.
Personalmente trovo perfette le pagine dedicate alla toelette di Thomas Buddenbrook nel dettaglio di ogni gesto, di ogni successivo movimento, di ogni estenuante ripetizione. Così come quelle sorprendenti della giornata scolastica di Hanno Buddenbrook in cui è facile ritrovare i gesti, i rapporti con gli insegnanti, l’aiuto e lo scontro tra i compagni di classe, il terrore per il direttore. Situazioni che ho rivisto identiche a quelle vissute da me più di un secolo dopo nella scuola italiana (e a ripensarci non mi sembra una buona indicazione per la scuola italiana!).
Pagine talmente dettagliate nella descrizione, talmente coinvolgenti nell’evoluzione che non possono essere dimenticate facilmente.
Raccogliere in un post di poche righe tutte le impressioni su I Buddenbrook è evidentemente impossibile, ma non potevo evitare di tracciare qualche considerazione sparsa al termine di una lettura del genere, una di quelle (non ho remore a scriverlo) che non dovrebbero mancare nella vita di nessun lettore.
Senza dubbio uno dei romanzi principali di tutta la letteratura europea.