Ho dovuto aspettare il quinto dei miei sei libercoli connelliani ma questa volta ci siamo.
Debito di sangue è un gran bel poliziesco, ben sostenuto dall’inchiesta continua, senza cali di tensione se non quelli necessari a prendere fiato e con un finale finalmente ben fatto e non eccessivo.
Terry McCaleb è un ex super agente FBI, ormai fuori servizio e finalmente di nuovo pronto alla vita dopo aver ricevuto un cuore nuovo di zecca.
Ma proprio da questo trapianto nasce tutta la vicenda perchè il suo cuore arriva da una vittima di una rapina-omicidio, la cui sorella scopre chi è il beneficiario e lo invita ad indagare su una questione lasciata un po’ in disparte dalla polizia.
Non vado oltre per non rovinarvi una storia ben scritta e ottimamente sviluppata pagina dopo pagina.
E personalmente ho trovata fantastica l’idea di aspettare 250 pagine prima di entrare nel cuore della vicenda, anzi addirittura prima che l’indagine prenda corpo e si trasformi da omicidio per rapina ad omicidi firmati da un serial killer.
Terry è l’ennesimo eroe sporco di Connelly, con un passato difficile da dimenticare e con un futuro quasi impossibile da costruire. Ma questa volta c’è anche spazio per una luce in fondo al tunnel, per uno spiraglio di futuro. La redenzione qui si compie in maniera assoluta, completa il suo circolo e ripulisce l’animo del protagonista.
Ma la strada sarà lunga e trasformerà Terry da cacciatore a colpevole, a vittima, e poi di nuovo a cacciatore. L’intero percorso dal paradiso all’inferno passando per il purgatorio e ritorno.
E, udite udite, niente sconvolgimento finale, niente colpo di scena che rimette tutto in gioco e tira fuori dal cilindro un colpevole inaspettato. Questa volta, ed era ora, la storia prosegue lineare, scoperta dopo scoperta fino alla rivelazione finale. E non viene buttato tutto nel cesso per aggiungere le ultime cinquanta pagine.
Senza dubbio il migliore dei cinque romanzi fin qui letti, mi accingo con entusiasmo rinnovato a leggere l’ultimo.