Guardo Deadgirl e scopro che esistono ancora film in grado di stupirmi, di sorprendermi.
E non mi riferisco alle scene violente o al sangue, che non mancano ma non sono certo paragonabili ad altre pellicole. No, no, questa volta mi riferisco all’estremismo del soggetto, al coraggio di Marcel Sarmiento e Gadi Harel di incentrare un intero film su queste premesse.
Ricky e JT tagliano la mattinata scolastica e decidono di entrare in ospedale psichiatrico abbandonato da anni.
Non sono certo i più coraggiosi della scuola e la missione è per loro già una bella dimostrazione.
Capita poi che nei sotterranei, dietro una porta evidentemente chiusa da anni, trovino una ragazza, nuda e legata ad un tavolo.
La ragazza sembra viva, in realtà scoprono presto che si tratta di una specie di zombie chiuso lì dentro chissà quando e chissà da chi.
Fin qui tutto normale (per l’incipit di un horror).
La sorpesa arriva quando i due (almeno uno dei due, l’altro si limita a coprirlo) decidono di non denunciare la scoperta ma di tenere il cadavere vivente (obiettivamente ancora in ottime condizioni) come privata macchina da sesso.
In pratica andranno nei sotterranei a scaricare le loro voglie di sfigati su un corpo che da l’impressione di essere vivo.
Naturalmente la storia evolve, ma non si allontana mai da questo politically incorrect assunto di partenza.
Un soggetto davvero estremo per il modo in cui viene trattato, per quello che viene mostrato.
Un horror che mostra gli aspetti peggiori non in quello che si vede ma nella società in cui è ambientato, una società in cui una scelta così allucinante è accettata, nel corso del film, da ben cinque ragazzi. A nessuno viene in mente di tirarsi indietro e scoperchiare il tutto.
Attenzione allo spoiler.
Ovviamente poi la situazione peggiora e alcuni dei ragazzi, dopo aver scoperto che un morso della ragazza morta può crearne altre uguali, vorrebbero ampliare gli orizzonti.
Ed il finale è devastante con la storia d’amore del protagonista che viene ingurgitata dalla sua voglia di sesso, al punto che Ricky decide di trasformare anche la ragazza che ha inseguito per tutta la vita e che forse potrebbe anche conquistare.
Fine dello spoiler.
Quindi sesso facile al centro della vicenda, anche se si tratta di sesso non consenziente (addirittura forse è meglio così!).
Ottimo è anche l’ambiente dell’ospedale, una scenografia ben fatta e potenzialmente realistica per un luogo del genere, abbandonato.
E se parliamo di realismo non posso fare a meno di segnalarvi la scena della masturbazione di Ricky che, steso nel suo letto, immagina di fare sesso (anche qui con poca romanticheria) con la ragazza dei suoi sogni. Obiettivamente una delle scene del genere più realistiche di fronte a cui mi sia mai trovato.
E ancora estremamente ben rappresentata la follia di JT, che parte col sembrare un ragazzo qualunque, forse un po’ esagitato, e finisce per trasformarsi in un pazzo completamente accecato dal suo bisogno di sesso, addirittura innamorato di quel corpo a sua disposizione.
Mi rendo conto che raccontare queste cose possa far pensare di trovarsi di fronte ad una parodia, ma Deadgirl è assolutamente drammatico, serio, potente.
Gli effetti speciali sono (quasi sempre) di ottimo livello, e questo concorre a rendere buono il film ma soprattutto a renderlo per nulla ironico.
Tuttavia non manca una sequenza eccezionalmente ridicola che da un po’ di respiro ad una tensione che si mantiene su livelli discreti per tutto il film. La scena del tentativo di rapimento della ragazza è ottimamente costruita e riporta sulla terra due dei ragazzi protagonisti.
Il film in Italia non è mai arrivato e dubito che possa mai trovare una distribuzione con un soggetto del genere, ma se vi capita di trovarlo da qualche parte dategli uno sguardo perchè qualcosa di nuovo riesce davvero a tirarlo fuori.