Lo sapete, il super classico non è proprio il mio genere preferito, però non potevo certo rifiutare un invito nel palco centrale del Teatro Regio. E così anche quest’anno un saltino a Settembremusica non è mancato.
Sogno di una notte di mezza estate. L’opera di Mendelssohn sul testo di Shakespeare.
Trovarsi in quella cornice è come sempre un’emozione in sè. Biglietti esuriti, orchestra e coro del Regio schierati, teatro pieno, le luci degli immensi lampadari calano…
Non mi permetto di commentare l’esecuzione delle arie nè la direzione del maestro Noseda (sebbene anche il mio orecchio non allenato sia rimasto affascinato dalla potenza della Marcia nuziale e dalla delicatezza del Notturno).
Mi permetto invece di apprezzare le scelte di Walter Le Moli, perfettamente riuscite. La necessità (?) di recitare col copione in mano è stata sottolineata e ingigantita tanto da rendere la cosa parte integrante della messa in scena, con effetti comici non indifferenti.
E i ragazzi dello Stabile, ormai perfettamente collaudati, sono a loro agio anche di fronte ad una platea inusuale e riescono ancora una volta a rendere alla grande il divertimento di un testo inattaccabile. Questa volta le segnalazioni le meritano Valentina Bartolo (di cui sono ogni volta più innamorato), incontenibile Ermia di una fisicità estrema, e Nanni Tormen, la cui voce possente arriva sicuramente fino in Piazza Castello.
Nota a margine: allora, forse, la collaborazione Regio-Stabile può funzionare davvero.
Mi sono dilungato?
Vabbè! Pazienza.