La domanda è: se un calciatore segna e si toglie la maglietta per esultare (e a volte anche i pantaloncini) perchè non può farlo una sua collega donna?
Ed infatti lo fanno anche loro, esibendo reggiseni sportivi non sempre sexy.
Ma il dibattito che si è aperto è decisamente più ampio e riguarda le tenute da gara delle atlete. Body troppo aderenti per le velociste, slip mini per le pallavoliste, gonnellini che ad ogni servizio promettono di far intravedere le mutandine delle tenniste.
I casi di polemiche nate (e poi spente) sono vari e ne fa un veloce riassunto Emanuela Audisio, da Brandi Chastain a Paola Pezzo (ricorderete il suo seno condito da oro olimpico), da Sabrina Moretti a Maria Sharapova.
Meglio insomma assistere ad uno spettacolo sportivo senza distrazioni oppure non dispiace (nel frattempo) poter ammirare dei bei corpi esposti?
Personalmente ritengo che la scelta debba essere lasciata alle atlete, soluzione semplice per gli sport da solisti (salvo bypassare le dure regole imposte ad esempio da Wimbledon), molto meno applicabile per gli sport di squadra, dove le divise sono regolamentate e comunque scelte dalle società.
Il dibattito è aperto…
(credits foto: rrmhtml)
Se devo dire la verità trovo già stupido che nel calcio si esulti strappandosi la maglietta di dosso, figuriamoci negli altri sport. Per mia, piccola, esperienza, normalmente chi sente il bisogno di esporre lo fa per vezzo o per attirare l’attenzione su qualità sportive non sublimi. Ho da sempre preferito il giocatore che la caccia dentro di punta a quello che segna ogni morte di papa ma fa un balletto bellissimo, dopo. Resta comunque il fatto che dietro l’atleta c’è comunque una persona, che ha diritto di manifestarsi secondo la forma preferita. La Sharapova per esempio, per i miei gusti, potrebbe anche evitare di giocare a tennis e presentarsi deliziosamente agghindata direttamente alla premiazione…
@ max
…come darti torto…
Beh, chiamare mutandine i pantaloncini di pesante materiale tecnico che indossano le tenniste mi pare improprio (infatti non le producuno né La Perla né Armani); semmai anacornistico è il gonnnellino ed il vestitino che, con il loro movimento, scoprono i suddetti pantaloncini e lasciano pensare a qualcosa di peccaminoso che proprio non c’è).
Perchè, poi, mortificare la femminilità di una sportiva quando in tutto il resto delle attività umane la stessa è premiata (fino a diventare ministre)?.
Ad ogni modo non penso che le multe avranno grande effetto tanto le pagheranno la Nike, l’Adidas, ect.
Cosa volete che siano 1.000 $ di multa per aziende che pagano milioni di Dollari le migliori e più belle per vestire i loro completini che poi venderanno a bizzeffe sul mercato mondiale.
Grazie a loro (Adidas, Nike) sono certo che sui campi di tutto il mondo ne vedremo ancora delle belle !!!
Meraviglia, poi, che la lezione “morale” venga dall’Australia e non dai paesi arabi del Golfo (Qatar, Dubai) dove almeno le loro donne hanno – nel modo di vestire – vincoli quotidiani che le australiane non hanno.
@ Giuseppe
Sono le contraddizioni (molte) del mondo occidentale.