Ci sono voluti quattro anni di lavoro per trasformare l’idea di Piero Gilardi in un parco vero e proprio. Ma ora il Parco di Arte Vivente (PAV) è realtà e (lasciatemi dire) è magnifico.
L’idea era quella di realizzare un museo all’aria aperta perfettamente ecocompatibile, meglio ancora, realizzato e dedicato agli stessi elementi che compongono la natura.
Una piazza a quadrifoglio per incontri e conferenze ed una struttura ottogonale che raccoglie istallazioni artistiche di livello e qualità. Già presenti, tra gli altri, Enrica Borghi e Giovanni Mariotti.
Raccontare il PAV può dare un’idea ma attraversarlo per viverne il paesaggio è un altro discorso.
Quindi se passate da Torino e vi avanzano dieci minuti fateci un salto. Si trova a poche centinaia di metri dal Villaggio Olimpico e garantisco che vi lascerà a bocca aperta.
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Io ricordo invece il giardinetto autogestito che sorgeva lì dove ora c’è questo “museo”. Provavo ammirazione per quelli che lo gestivano ogni volta che ci passavo davanti (abito dall’altra parte del cavalcavia). Mi ricordo che sul cancello c’era un cartello su cui si spiegava che il comune aveva lasciato quel terreno a se stesso per anni e loro se ne erano impossessati ed avevano deciso di farci un giardino. Era molto ben curato e ora non c’è più. Lo preferivo di gran lunga a questo “museo”. Quello mi metteva una sensazione di pace interiore, questo… indifferenza. Pace alla sua memoria.