Dorothy Sayers non è un nome molto conosciuto in Italia, io mi ci sono imbattuto per caso (sempre per merito di una bancarella di libri usati), ma merita molta attenzione.
I suoi sono gialli molto ben scritti e perfettamente costruiti, con un attore protagonista che risponde al nome altisonante di Lord Peter Wimsey.
Siamo nei primi decenni del secolo scorso e vi assicuro che possiamo tranquillamente paragonare i suoi scritti ad alcune delle cose migliori del conterrano Sir Conan Doyle.
Ho letto una raccolta di racconti del 1939, che prende il titolo da uno dei racconti compresi nel volume: Sacrificio di sangue.
La cosa che più sorprende è la modernità del modo di raccontare della Sayers, i colpi di scena ed i ribaltamenti sono in ogni pagina e meritano un plauso a cinque stelle.
Come sempre ho scritto due cose su ognuno dei nove racconti, ma qui voglio solo segnalarvi un paio di cose.
Intanto la drammaticità della scelta de Il dilemma, dove il protagoinsta si trova a dover decidere sulla vita di altri; e poi la brillantezza de L’ispirazione del signor Budd, dove un barbiere si trova tra le mani (a portata di rasoio) un assassino sul quale pende una ricca taglia, la soluzione che troverà per non rischiare la pelle è veramente degna di una mente molto viva.
Lord Wimsey compare solo in Assolutamente altrove (che non è certo il migliore della raccolta) ma la sua mancanza non sembra pesare.
Se vi capita per le mani qualcosa della Sayers non fatevelo scappare e probabilmente troverete una storia molto ben costruita e pronta al ribaltamento finale.
Ultima segnalazione per The Dorothy L Sayers Society, una sorta di fans club molto curioso.
Ah… no… dimenticavo una cosa.
Racconto Tiro in porta, pag. 153: “Il gioco del calcio non è più quello che era quand’ero giovane io. E’ diventato troppo commerciale, e alimenta troppi pettegolezzi malevoli.”
Questo racconto è stato pubblicato nel 1939 in Inghilterra… forse è il caso che la smettiamo di lamentarci del nostro campionato!
(credits foto: gradetection)
Grazie della condivisione.
La battuta sul calcio mi ricorda di un autore latino che si lamentava che non esistevano più le mezze stagioni…