Ormai è chiaro a tutti che la mecca del cinema mondiale si chiama Mumbai.
Da anni si girano in India più film che in qualunque altro angolo del mondo ed il circuito di distribuzione è immenso. Pur essendo limitato per la maggior parte delle pellicole al solo subcontinente indiano, la popolazione spettatoriale in quelle zone è talmente ampia da garantire successi anche finanziari.
In più, negli ultimi anni le produzioni indiane stanno iniziando a farsi largo anche nel resto del mondo ed il cerchio si chiude.
Violante Placido ha dimostrato più volte di essere una ragazza intelligente e di essere in grado di gestire i rischi delle sperimentazioni che spesso si concede.
Così è la prima attrice italiana a provare il salto e a trasferirsi a Bollywood.
Un rischio, certo, ma sicuramente ben ponderato.
Violante sarà Kate in Barah Aana di Raja Menon, una commedia che si annuncia divertente e che speriamo di poter vedere anche in Italia.
Il suo ruolo è quello di un’italiana a Mumbai, che finisce in loschi traffici e intreccia la sua vicenda con quella dei tre protagonisti, un autista, un sorvegliante ed un cameriere che finiranno in un mare di guai.
Quello che non capisco è perchè Barah Aana dovrebbe essere la risposta indiana a The Millionaire, l’impressione è che il paragone serva solo come esca per lanciare il film.
In bocca al lupo quindi a Violante, per il suo coraggio, per la voglia di sperimentare, di lanciarsi in progetti sempre nuovi e chissà che non apra una strada dorata ad attori e registi italiani che spesso in casa trovano strade sbarrate per mancanza di finanziamenti ed altri ancor meno nobili motivi.
(foto tratta da trovacinema)
Innanzitutto grazie del pingback al mio articolo. Lo apprezzo. Volevo inoltre farti notare che sono d’accordo su quanto dici riguardo a Milionaire, anche perchè questo film (Barah Aana) non è assolutamente il primo esempio di iterazione fra cinema indiano e italiano, come la Placido no è la prima attrice italiana a girare in India. Barah Aana non è una coproduzione italo-indiana: non c’è una casa di produzione italiana che ha investito soldi, ma solo la Lavazza che ha dato una sponsorizzazione. Oltre alla Placido c’è la presenza di una producer, non propriamente una produttrice (nel senso che ci ha messo soldi) ma di una produttrice esecutiva,m una cioè che ha lavorato nell’organizzazione. Il film in questione, inoltre, non è neanche il primo esempio di commedia neorealista indiana, ce ne sono a bizzeffe. Ma si sa, la pubblicità può tutto. Senza nulla togliere al valore del film che è carino e alla Placido. Ben vengano iniziative del genere, ma che siano trattate per quelle che sono.
@ Indonapoletano
…e grazie a te per le precisazioni e gli approfondimenti.