Ovvero quando gli americani interpretano i russi.
Siamo nel 1961, in piena Guerra Fredda. L’Unione Sovietica vara e manda in giro per gli oceani un sottomarino nucleare in tutta fretta per non restare indietro nella drammatica corsa agli armamenti.
Il colosso funziona così così… si surriscalda troppo facilmente e rischia di saltare in aria col suo carico nucleare.
Il problema è che il K-19 si trova a due passi da una nave americana e l’esplosione potrebbe scatenare violente ripercussioni.
Così il comandante Harrison Ford è combattuto tra il desiderio di salvare i suoi uomini e l’impossibilità di chiedere aiuto al nemico americano, consegnando il gioiello della marina sovietica.
Vedere gli americani interpretare i russi è quantomeno curioso.
Perchè quelli che vediamo sono russi molto americanizzati e vagamente caricaturizzati.
Il film è comunque ben fatto e racconta una vicenda vera che portò il mondo sull’orlo della Terza Guerra Mondiale.
Buona la tensione creata ed anche la ricostruzione e la narrazione dei drammatici avvenimenti accaduti a bordo del sottomarino.
Harrison Ford e Liam Neeson non sono indimenticabili ma il senso di claustrofobia e di ineluttabilità sono ben presenti.
Quello che forse è reso meglio è la consapevolezza dell’equipaggio che sta per immolarsi per il bene della Nazione e del mondo intero. Consapevolezza che nella realtà era probabilmente ben presente negli ufficiali ma suppongo abbastanza oscura all’equipaggio e ai sette uomini che entrarono in diretto contatto col materiale radioattivo.
L’incidente venne per anni nascosto da Mosca e fu reso pubblico solo dopo la caduta del muro.
In quell’occasione morirono 27 persone per i danni riportati a seguito dell’esposizione prolingata alle radiazioni.
Insomma, se vi capita di incrociarlo guardatelo e godetevelo… ma la Bigelow ha fatto di meglio.
Veramente il K-19 EVITO’ la Terza Guerra Mondiale perchè dimostrò che l’URSS aveva capacità balistiche mobili superiori a quelle statunitensi.
All’epoca l’URSS stava ancora riprendendosi dai distastrosi effetti della Seconda Guerra Mondiale, in cui aveva affrontato i tre quarti dell’esercito nazista sul suo territorio e le spese militari dovevano essere giocoforza limitate.
I sottomarini dimostrarono che l’URSS aveva il vantaggio della segretezza e della mobilità, mentre gli stati uniti si basavano ancora quasi del tutto sui bombardieri a causa della perniciosa influenza di generali d’aviazione guerrafondai e paranoici come Curtis Le May (vedi “13 Days” e “Il Dottor Stranamore”…)
@ Kull
La tua potrebbe essere una interpretazione interessante.