Lo sapete… quando la cronaca chiede spazio metto da parte per un momento la cultura per alcune riflessioni.
Due notizie delle ultime ore danno molto bene l’idea della linea che da diverso tempo sta prendendo il nostro paese.
La prima notizia, 277 persone in fuga dai loro paesi sono state intercettate in mare e rispedite in Libia, ha esaltato il ministro Maroni (leghista) che vorrebbe che tutti gli stati europei applicassero questo metodo, e sollevato le proteste della Comunità europea, dell’ONU e di praticamente tutte le organizzazioni umanitarie mondiali.
L’azione italiana è contraria ad alcune delle Convenzioni di Ginevra e a qualunque principio umanitario.
Per capire da dove stavano scappando quelle persone (e dove le abbiamo rispedite) è bene leggere il pezzo di Viviano su Repubblica.
L’altra notizia sembrerebbe più che altro di folklore, ma nasconde significati profondi e che riportano drammaticamente ad anni bui non solo italiani.
A Milano arriva la proposta di Salvini (di nuovo leghista) di riservare carrozze della metropolitana ai soli milanesi, proposta che fa il paio con quella della Piccinini (leghista e tre) che vorrebbe carrozze riservate per solo donne e (ovviamente) per soli extracomunitari.
Sono proposte che non si possono definire altro che razziste e pericolosamente vicine all’apartheid.
Se ne parla ovunque, vi segnalo solo l’interessante riflessione di Byoblu e la logica considerazione di Pruiti, il quale fa notare che forse, per togliere la sporcizia dalle metropolitane basterebbe pulirle!
Sono solo due ulteriori spunti che fanno capire come sia grave la deriva xenofoba che ha intrapreso il nostro paese.
Non voglio dilungarmi in riflessioni che mi sembrano scontate, provo però a dare una soluzione per chi volesse invertire questa tendenza.
Ci sono due cose che possiamo fare per farci sentire nella maniera più forte e più utile:
1. andare a votare il 6-7 giugno per le elezioni europee.
2. il 6-7 giugno votare contro i partiti che compongono l’attuale maggioranza (nella quale tanta forza ha la Lega).
…pensiamoci…
(credits foto: United Nations Photo)