Crollano i blog, volano i social network. E allora?

Il discorso è ormai datato e ciclicamente si torna a parlarne, in particolare quando nuovi dati confermano l’andamento ormai dilagante.
Su Pandemia, Luca pubblica gli ultimi dati Nielsen ed è evidente la conferma di come l’ultimo anno abbia segnato il definitivo boom dei social network a spese delle piattaforme di blogging.

Tra i social Facebook è il più usato, Twitter quello che ha fatto il salto maggiore (davvero impressionante) nell’ultimo anno, Linkedin continua la sua ascesa più pacata ma molto ragionata.
I gruppi di Yahoo sono superati e si stanno spegnendo e la stessa fine fa TypePad.
Tagged.com è il nuovo fenomeno. Come al solito in Italia ce ne accorgeremo tra un pò e daremo una bella mano alla sua crescita.

blog

E i blog?
Rimangono sostanzialmente fermi, con un leggero calo (addirittura!) per WordPress.com.
Cosa vuol dire tutto ciò? Roba vecchia? Lasciamo perdere tutta la nostra fatica e ci buttiamo sui social tutti quanti?

Direi che il punto non è questo.
Mesi fa avevo lanciato un paragone (apprezzato dai più) affiancando i social a delle piazze, dei luoghi di incontro quasi casuali dove scambiarsi veloci impressioni e avevo invece etichettato i blog come le nostre case, spazi per approfondire i discorsi in maniera più ampia.
Mi sembra che in linea di massima si continui a viaggiare su questa strada sebbene alcuni social diano ora strumenti aggiuntivi, spesso utili, ma comunque sempre “da primo approccio”.

Ma allora come spiegare lo stop alla crescita, ed in alcuni casi addirittura il calo di nascite dei blog?
La spiegazione più valida mi sembra la seguente.
Nei primi anni di vita i blog svolgevano principalmente il compito di diario online, di luogo dove appuntare le proprie attività, le proprie passioni, inserire le canzoni preferite (poi i video preferiti).
In un secondo momento qualcuno iniziò ad utilizzarli come strumenti di utile diffusione di informazioni, conoscenze, condivisione di notizie, suggerimenti sui temi più svariati o come  siti di giornalismo personale (termine appena coniato dal sottoscritto per definire una forma privata di giornalismo partecipativo).
Per anni questi due modelli di blog hanno viaggiato affiancati, sfiorandosi e (raramente) confondendosi.

Ed arriviamo al punto.
Io credo che la nascita dei social network abbia fornito a tutti i blogger del primo gruppo (quelli che si dedicavano al proprio diario online) uno strumento più adatto alle proprie necessità.
Così oggi capita che chi vuole aprire uno spazio online per condividere passioni e cantanti preferiti trova in Facebook lo strumento più adatto, chi vuole raccontare ai propri amici cosa fa giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto, trova in Twitter quello che fa per lui, chi vuole discutere gli argomenti di cronaca del giorno si rivolge alle capacità di FriendFeed.
E pian piano è capitato anche che i vecchi diari on line venissero chiusi per passare ai social network (e questo spiega anche il passo indietro di Worpress.com, sicuramente meno immediato di Blogger che ancora resiste).

Ma poi ci sono gli altri.
Ci sono i blogger che hanno fatto del proprio blog uno spazio vivo di approfondimento, di spiegazione, di condivisione, di discussione, di insegnamento.
E questi sono una bella schiera di personaggi molto attivi e spesso capaci di contenuti di qualità eccellente.
Per tutti loro (per tutti noi, se posso permettermi) i social non possono bastare (ma assumono funzioni diverse) e il blog rimane lo strumento più adatto e funzionale.

Vado a chiudere (e mi scuserete per la prolissità ma volevo essere chiaro) dicendo senza paura di sbagliare che non stanno morendo i blog, semplicemente stanno passando ad una fase successiva.
Una fase che probabilmente a breve porterà alla chiusura dei diari on line ma lascerà ben vivi tutta una serie di blog ben fatti e utili in diversi settori.
Meno blog ma più studiati, approfonditi, di qualità superiore o comunque di interesse maggiore per un numero maggiore di persone. E ci sarà sempre spazio per nuovi arrivi di qualità.
Sinceramente non mi sembra un passo indietro ma un salto ad una fase successiva molto interessante.

E non apro il discorso delle pubblicità…

(credits foto: tarop)

8 Comments

  1. Bella analisi, chi ha del contenuto valido da esporre ottimizza il Blog per i motori di ricerca e per un più ampio riscontro al di fuori dei social. Un obiettivo arduo per i Blog italiani…ma qualcuno deve pur farlo! Ciao

  2. soloparolesparse says:

    @ fabiola
    Obiettivo arduo? Qualcosa di buono c’è anche in Italia. Torniamo sullo stesso discorso: quello che vale rimarrà vivo e avrà il suo spazio.

  3. concordo con “ci aspetta una fase progressiva più interessante”.
    nel mio primo approccio con il web mi sono premurata di avere un attacco di ansia da quantità di materiale a disposizione e da quantità di siti e blog in circolazione su qualsiasi argomento (la domanda resta sempre la stessa: cosa posso aggiungere io a questo mare già gonfio di informazioni?).
    a seguire, tirandomi su le maniche, per un periodo discreto ho monitorato quotidianamente una lunga serie di blog appartentemente interessanti rendendomi conto che non venivano aggiornati, o si limintavano a riportare informazioni da altre piattaforme e fonti. l’impressione era che fossero limitati, chiusi.
    così ho smesso di seguirli e sono andata a caccia di quelli che aggiungono qualcosa per un punto di vista, un certo tipo di informazioni, un certo tipo di raccolta articoli interessanti da altri blog… e così ho scoperto che il numero si è ristretto.
    questo ha contribuito: 1. a far calare il mio livello di stress ansiogeno killer e a rendermi più serena nella navigazione quotidiana 2. a focalizzare l’attenzione su temi e persone particolarmente interessanti.
    conclusioni? viva la seleziona naturale, se è stata inventata, servirà a qualcosa…no?

  4. soloparolesparse says:

    @ Alice
    Direi che il tuo è l’approccio migliore. E visto che ci siamo lo consiglio vivamente a chi si affaccia alla rete. Per semplificare si consiglia l’utilizzo di un Feed reader…

  5. Davide Rigon says:

    A me piace l’analisi fatta da Giorgio Taverniti.
    I social network hanno attratto tutti coloro che usavano le altre forme di siti solo perchè non c’era altro.
    Se si pensa i social hanno rubato di più ai forum, un esempio?
    Forumfree.net ha subito un calo mai registrato prima diminuendo in maniera drastica i propri guadagni.
    C’erano molti forum che parlavano argomenti generali e ora non funzionano più perchè la stessa cosa si fa sui social.
    Certo c’è anche chi come hai detto te non blogga più ma secondo me sono persone che non avevano tanta voglia nemmeno prima.
    Conosco persone che prima avevano un blog ed ora passano le proprie giornate ad iscriversi a gruppi ecc.

    Penso che la rivoluzione più grande l’abbiano fatta i forum, sono stati la prima forma di democrazia online solo che non c’era una forma di monopolio.
    I social sono meno ed hanno quindi un volume di traffico maggiore.

  6. soloparolesparse says:

    @ davide
    Assolutamente daccordo. I social hanno occupato una zona in cui si muovevano utenti che utilizzavano strumenti non appropriati. O forse è più preciso dire che hanno fornito strumenti più appropriati a chi si muoveva in altre zone un po’ alla cieca.

Trackbacks for this post

  1. Vita di un IO » Blog Archive » Crollano i blog, volano i social …
  2. Vita di un IO » Blog Archive » Crollano i blog, volano i social …

Leave a Comment

Powered by WordPress | Deadline Theme : An Awesem design by Orman