Drag me to hell – l’horror è tornato

La speranza che Sam Raimi fosse davvero tornato all’horror diventa un’entusiasmante certezza dopo aver visto il film.
Ragazzi, Drag me to hell è un horror di quelli forti, di quelli che spaventano, schifano e divertono, un vero horror stile anni ’80.

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Christine decide di negare una proroga sul pagamento di un mutuo ad un’anziana zingara e questa per risposta le scaglia contro una maledizione.
Ben presto la bionda protagonista (quale vittima migliore?) scoprirà che una lamia la torturerà terrorizzandola per tre giorni ed il quarto giorno verrà a prenderla per portare la sua anima all’inferno.
Ad aiutare la protagonista a scacciare lo spirito maligno ci sono il fidanzato (che naturalmente è un professore universitario che non crede a nulla che non sia provato scientificamente) ed un piccolo medium, designato per indicare la strada della salvezza.

Nel film c’è tutto quello che ci si aspetta da un horror classico.
Lo scontro con la vecchia in macchina è esagerato come solo in un film del genere può essere. La presenza costante dello spirito è terrorizzante e fa saltare sulla sedia anche lo spettatore più pacato.
La sequenza nel cimitero è creata nel più classico stile horror (una via di mezzo tra gli Hammer degli anni ’60 e gli zombie romeriani), con tanto di diluvio e fango e croci che cadono in un delirio di lampi e tuoni.

E magnifica è anche la sequenza della seduta spiritica, dove non mancano possessioni, oggetti che volano ed anche il caprone destinato al sacrificio.

Pochissimi personaggi e tutto il peso della vicenda è sulle spalle di una Alison Lohman veramente ottima nella parte.
Non vi racconto il finale che comunque appare evidente per come è costruito ed anticipato.

Ok, mi rendo conto dei toni entusiastici di questo post ma vedere Sam Raimi presentarsi con un film del genere è per un appassionato dell’horror una bella emozione.
Per stemperare un po’ i toni chiarisco che non siamo di fronte ad un capolavoro nè a qualcosa che rimarrà indelebile nella storia del cinema.
Senza dubbio Drag me to hell è però un esempio perfetto di cinema di genere… e scusate se è poco!

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