Ricorderete le polemiche che accompagnarono nel 1995 l’uscita di Kids.
Si disse che era sbagliato ritrarre ragazzini così giovani dediti al sesso non protetto e allo smodato uso di droghe e alcool.
Ma Kids è ben altro che un’esaltazione di comportamenti liberi.
Il film racconta una giornata di un gruppo di adolescenti (in linea di massima tra i 12 e i 17 anni) spesa tra infiniti racconti delle proprie avventure sessuali, il bighellonaggio nel parco (che si conclude con il duro pestaggio di un ragazzo) e fiumi di alcool.
Si segue soprattutto Telly, collezionista di vergini tredicenni.
La giornata si chiude inevitabilmente con un festino nella casa di uno dei ragazzi dove prendono vita tutti i comportamenti fino lì evocati. Droga e alcool fino a sballarsi e a perdere la cognizione di sè e soprattutto sesso più o meno esplicito.
L’unica storia che occupa spazio nello svolgersi dell’azione è quella di Jenny, sedicenne che paga il suo unico rapporto sessuale scoprendo di aver contratto l’AIDS.
Folgorante la sequenza in cui la ragazza scopre la sieropositività, raccontata parallelamente a quella della sua amica che risulta sana nonostante abbia perso il conto dei ragazzi con cui ha fatto sesso.
La sequenza sembra assolvere la ragazza con i comportamenti sessuali più liberi.
In realtà il film di Larry Clark è una durissima accusa verso la società che permette la nascita di situazioni di tal degrado in cui i ragazzi finiscono per vivere con normalità e apparente divertimento.
E mi sembra evidente come la sequenza del prefinale, mostrando una serie di vittime della società (tossicodipendenti, barboni, folli) che si muovono senza coscienza per le strade cittadine, sia la firma dell’autore e rappresenti il futuro designato per i giovani protagonisti.
Tuttavia è innegabile che alcune sequenze (la carrellata sui corpi nudi e addormentati dei ragazzini dopo la festa è devastante) e molti discorsi possano risultare molto forti e disturbanti, ma solo agli occhi di uno spettatore incapace di affrontare quanto di negativo la società ci sottopone giorno per giorno.