Considerazioni sul mio Torino Film Festival

Ora che l’adrenalina dei giorni del Festival si è un po’ placata, provo a fare una veloce riflessione su quella che è stata la mia esperienza.
Come sapete ho seguito il Torino Film Festival come inviato di ScreenWeek.
Esperienza sicuramente positiva anche se vagamente stressante. Alla solita sequela di film da guardare ho dovuto aggiungere la non poca fatica di recensirli tutti, alla fine (dopo riorganizzazioni varie) sono stati 25 (se non sbaglio) i film visti e recensiti dal sottoscritto.
Li trovate tutti qui.

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La difficoltà è arrivata dal tentativo di far collimare, visioni, recensioni, pubblicazioni e code per non perdere le visioni successive. Un gioco ad incastri che vi assicuro non è stato per nulla semplice.
A questo bisogna aggiungere la complessità della gestione del sistema Screenweek che comprende oltre al blog, un database ed un pannello di amministrazione generale. Ho dovuto quindi caricare i film del TFF, collegarli ai post scritti, inserire foto, imparare le categorie corrette e cose del genere.
In ogni caso ne sono uscito vivo e sono soddisfatto.

Non ho ancora i dati di lettura dei miei post su Screenweek ma ci sono un paio di situazioni che mi hanno fatto innegabilmente piacere. Il commento di Monica Guerritore alla mia recensione de La bella gente e soprattutto la lettera con cui Marco Campogiani ha voluto complimentarsi con me (perchè celare l’orgoglio?) in quanto critico atipico (lo sono sicuramente).

Detto del mio Festival, piccola riflessione sul Torino Film Festival numero 27.
Gianni Amelio e Emanuela Martini hanno messo insieme un’edizione buona, con ottima risposta di pubblico ma a mio avviso un po’ ibrida, non ancora ben definita.
Hanno cercato di mantenere le caratteristiche di ricerca, di scoperta di nuovi talenti e di introduzione in Italia di registi poco conosciuti che sono storiche per il festival torinese, e ci sono riusciti quasi completamente.
Tra i plus metto sicuramente Nicolas Winding Refn, regista danese finora sconosciuto nel nostro paese e che adesso ha invece un futuro certo, poi le due retrospettive, complete e come sempre affollate e buona parte dei film presentati.
Tra le cose fuori luogo il premio ex-aequo come miglior attore a Robert Duvall e Bill Murray.

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Mi spiego.
Get low è un film eccezionale, curiosamente in concorso perchè Aaron Schneider è all’esordio come regista di lungometraggi. Vanta però un cast di attori di prima fascia, molto conosciuti e affermati. Ed il film si regge molto sulle due interpretazioni oggettivamente eccellenti di Duvall e Murray.
Essendo però il nostro festival l’ex Festival Cinema Giovani, votato alla scoperta dei nuovi talenti, mi sarei aspettato il premio come Miglior film ma non certo quello agli attori, che non solo è arrivato ma è stato addirittura raddoppiato.
Fine della considerazione.

Battute finali: poco male le lunghe code (siamo abituati), mi sono mancati decisamente i miei horror, così come sono mancati alcuni titoli da tramandare ai posteri (ma forse non è colpa del TFF ma della produzione mondiale).
In definitiva è stata una buona edizione ma sono convinto che la prossima sarà migliore se si limeranno gli spigoli (sempre che Amelio si muova a girare il suo film e torni subito ad occuparsi di Torino).

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