Diamant 13 – Gerard Depardieu sa essere sporco e cattivo?

Sarà forse perchè ormai siamo troppo abituati a vedere il faccione di Gerard Depardieu legato a personaggi quantomeno fortemente ironici.
Sarà forse che c’è molto di francese nella regia di Gilles Béhat.
Fatto sta che questo Diamond 13 non riesce a colpire in pieno chi guarda, è un thriller a cui manca qualcosa.

Matt è un poliziotto disilluso, che ne ha viste di tutti i colori e ormai non ha più scrupoli nell’interpretare il suo lavoro in maniera violenta e eccessiva, una specie di giustiziere della notte in versione transalpina.
I suoi modi spicci ed estremi gli hanno però permesso di sopravvivere e di superare grosse delusioni.
Tra queste c’è l’affare Diamante 13, in cui è in qualche modo coinvolto il suo collega Frank, vecchio amico ora ricercato.

Siamo di fronte ad una storia di corruzione, di politici sporchi, di poliziotti deviati, di narcotrafficanti ricchi  e senza regole.
Matt prova a capirci qualcosa ma ne rimane invischiato in pieno fino ad essere sospeso ed incastrato.
Naturalmente ne verrà fuori grazie all’aiuto di pochi amici ma anche la via d’uscita lascerà grossi strascichi.

Intorno a questo Depardieu un po’ anomalo (e non troppo funzionale) ruotano quattro donne, obiettivamente un po’ troppe e troppo giovani per un sessante decisamente sovrappeso.
Anne Coesens è la sua socia, pulita fino in fondo e capace di andare contro le regole per aiutare l’uomo di cui si fida.
Asia Argento è un procuratore dal ruolo ambiguo, brava come sempre in questi ruoli un po’ sporchi (a me piace, che c’è?) ma questa volta il suo auto-doppiaggio in italiano è davvero scadente.
Aïssa Maïga è bellissima ed è evidente fin dalla sua apparizione che altro non sarà se non la vittima predestinata (e scusate se vi ho rovinato la sorpresa!).

E poi c’è Catherine Marchal, il ruolo più complesso e interessante del film.
Fotografa di nera che si trova sempre al posto giusto e grazie alla sua abilità custodisce più di un segreto.
Quando può aiuta Matt (c’è sempre un fotografo che aiuta un poliziotto), probabilmente per un amore non dichiarato.
Sarà comunque una figura chiave per risolvere l’intricato affare (ed anche questo è evidente fin dalla sua prima apparizione).

In definitiva Diamond 13 è un thriller discreto da cui mi aspettavo qualcosina in più.
Rimane però un Depardieu comunque credibile ed affascinante, perfettamente a suo agio in un ruolo che però faccio fatica a riconoscergli.

4 Comments

  1. Christian says:

    Depardieu aveva già interpretato un personaggio cattivo e sgradevole nel magnifico polar “36, Quai des Orfevres”, diretto da Olivier Marchal che è – guarda caso – il marito proprio di Catherine Marchal!

  2. soloparolesparse says:

    Vero… però io proprio non riesco a vederlo, mi aspetto che da un momento all’altro alzi il faccione e dica: “Tengo ‘o core italiano…”

  3. etrail says:

    Intanto Depardieu sponsorizza i vini del Friuli Venezia Giulia, e non solo: ha pure un sosia:
    http://gorizia.bora.la/2010/04/08/separati-alla-nascita-brandolin-a-vinitaly-al-posto-di-depardieu-costa-meno/

  4. soloparolesparse says:

    @ etrail
    Ma io adoro Depardieu… sia chiaro!

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