TFF28 – Damned by Dawn – un film di genere… horror

Damned by Dawn è un horror vero, di quelli classici.
Brett Anstey dice di essersi ispirato ai film della Hammer e qualcosa ci si può trovare, almeno nell’ambientazione ed in questa nebbia continua e minacciosa.

Claire torna dopo un sacco di tempo nella casa di famiglia sperduta nella campagna inglese.
La nonna morente fa in tempo a raccontargli la strana storia della Dama della morte, legata alla loro famiglia.
Da secoli arriva urlante e piangente la notte della dipartita di uno dei membri della famiglia.
Una specie di tradizione di cui non bisogna preoccuparsi troppo, a patto di non intralciare il suo operato.

Ed ovviamente Claire pensa bene di fermare la suddetta dama scatenando la sua vendetta e dannando la nonna per l’eternità.
I morti si risvegliano e si presentano in varie forme per vendicarsi su Claire e sui membri ancora vivi della famiglia.

Damned by Dawn mette in campo molti dei classici clichè del cinema horror.
L’antica legenda, una foto misteriosa, la casa in mezzo al bosco, le ragazze sole in casa, gli spiriti che tornano.
Ed utilizza anche le tecniche care ai classici. Ci si spaventa infatti per le urla nella notte, i rumori, gli spiriti che passano alle spalle, i temporali, le apparizioni.

Quindi tutto visto e stravisto?

In realtà si, ma la forza del film è proprio il suo attenersi agli stereotipi, perchè in definitiva è un ottimo film di genere, come tornare a casa e trovare le cose che ti aspetti. Rassicurante.

Tra le chicche metterei la nonna che sembra una strega (una strega già cadavre, in verità) quando ancora è in vita e sicuramente la sequenza in cui i morti (gli spiriti dei morti?) si spiaccicano sul parabrezza della macchina in corsa nemmeno fossero farfalle.

Toccherà tenere sott’occhio Brett Anstey per il futuro.

7 Comments

  1. Nafidy says:

    Critiche 1:

    dal sito http://ottantottomigliaorarie.splinder.com
    Dove è stato citato il film, parlavano del Film Festival a Londra dove proiettavano film inediti.

    “A seguire è stato proiettato forse il film peggiore dell’intero festival, Damned by Dawn di Brett Anstey.
    Anticipato come un Evil Dead 4 – ovvero il seguito dell’Armata delle Tenebre – Damned by Dawn è invece noioso, malamente realizzato e ridicolo. Tra scheletri volanti, spiriti urlatori, macchina per il fumo perennemente accesa e viscere che fuoriescono per senza motivo, questo film australiano di soli 80 minuti sembra non finire mai.”

    Critiche 2:

    dal sito: http://www.i400calci.com

    “Classica storia di magione di campagna infestata da spiriti di streghe assassine che, grazie a Dio, invece che frantumarci i maroni costruendo attese e suspance di sticazzi, dedice di fare da subito un continuo bordello della madonna prendendo spunto da La Casa/Drag Me to Hell, una lezione che effettivamente pochi avevano replicato con dovuta passione. Il problema – il grosso problema – è che il budget è ridicolo e i CGI sono di un imbarazzante che ti viene da pensare che abbiano proiettato per errore una bozza ancora in attesa di post-produzione. Che se gli effetti necessari fossero due o tre li potresti anche perdonare, ma quando al contrario te li smitragliano in faccia a ripetizione a partire dal minuto 10 finiscono per rovinare anche le cose buone che il resto del film stava tentando di costruire. E la ballata goth-metal finale aiuta a metterci una pietra definitiva sopra senza grossi rimpianti. Peccato.”

    Critiche 3:

    dal sito: http://www.nocturno.it

    “Rispetto alla tradizione che la vuole eterea, il regista Brett Anstey, anche sceneggiatore, descrive la sua Banshee come una fluttuante strega mostruosa con gli occhi che grondano sangue. E intorno le costruisce un immaginario posticcio fatto di morti viventi e scheletri volanti (in digitale) che fanno un po’ ridere i polli. Perché un horror così modesto sia finito nel tritacarne di un festival come quello di Torino è sorprendente, perché davvero, a parte qualche spavento a comando, non si capisce cosa possa minimamente interessare.

    La Banshee che si aggira per la casa stregata aprendo le porte (!), o che svolazza tra gli alberi come appesa a un filo, strappa qualche sorriso imbarazzato e fa pensare ad una confezione più che ambiziosa, presuntuosa. Le continue, estenuanti soggettive divoranti tra i boschi e la nebbia (finta) vorrebbero forse omaggiare il demone sumero di La casa di Sam Raimi ma manca totalmente il respiro naif che rendeva quello sguardo affascinante.

    Damned by Dawn sarebbe un normale prodotto straight to video e invece lo ritroviamo in selezione nel secondo principale festival d’Italia. Questo è l’unico mistero.

  2. Nafidy says:

    Critiche 4:

    “Risulta veramente difficile salvare qualcosa di questo film, che prende le mosse dalla leggenda irlandese della Banshee, anche ponendosi di fronte ad esso con le minori aspettative possibili. Difficile perché in casi come questo si potrebbe sorvolare su molti aspetti, qualora ci si fosse trovati di fronte ad un prodotto che fosse riuscito quantomeno a intrattenere e, magari, a divertire. Ma realizzare un film di genere che riesca in questi intenti non è un’operazione semplice e che si sostiene su poche idee ma anzi, se proprio vogliamo, un film come questo dimostra come sia facile sbagliare praticamente tutto quando non si sa in che direzione ci si sta muovendo. Uno dei motivi di questo totale fallimento è sicuramente una sceneggiatura sbagliata e inconcludente, che aggiunge e modifica continuamente elementi senza trovarne nessun sviluppo narrativo, abbandonandoli con estrema facilità. Inoltre la regia di Anstey è totalmente inadeguata e quando (molto presto) perde di vista la direzione del suo film e decide di affidarsi ai cliché del genere, sbaglia praticamente ogni scena, vanificando qualsiasi tentativo di creare un minimo di tensione, risultando involontariamente tragicomico nei vani tentativi di spaventare o stupire. Se vogliamo un ulteriore problema del regista australiano è che decide di prendere -e prendersi- tutto troppo sul serio quando, di fronte ad una tale pochezza di idee, sarebbe quantomeno bastato cercare di rendere il tutto in maniera più goliardica, e forse qualcosa si sarebbe riusciti a salvare. Ciò che sorprende è che risulta comunque evidente un impegno produttivo sostanzioso (seppur trattasi di produzione indipendente) che ha posto molta attenzione ad un uso, e abuso, di effetti digitali e di scena. Insomma ci troviamo di fronte ad una pellicola senza idee, piena di errori (alcuni dei quali imbarazzanti) e gestita nel peggiore dei modi.

    Di fronte ad un esordio come questo, purtroppo, non c’è da essere ottimisti.”

    Critiche 5:

    dal sito http://www.anonimascrittori.it

    “Direttamente da una sala stampa del Torino Film Festival, il vostro inviato speciale vi offre un live report a singhiozzo, nel senso che vi aggiorno quando ho tempo, in attesa di uno speciale post-festival più nutrito.

    Parte male, malissimo questo TFF con la visione del pessimo “DAMNED BY DAWN”, di Brett Anstey. Rivisitazione in chiave moderna della leggenda irlandese della Banshee, lo spirito urlante che reclama le anime dei morti, questo film è uno slasherino fuori tempo massimo nelle idee proposte e fuori controllo di quelli che sono i meccanismi più basilari, sia in senso narrativo che in senso contenutistico, dell’horror.
    Sceneggiatura banale, spaventi telefonati, pessimi effetti speciali e vistosi buchi (quando non errori tout court) di sceneggiatura valgono una sonora stroncatura a un film che potrebbe salvarsi buttandosi sul cazzaro consapevole preferendo, purtroppo, prendersi pienamente sul serio. Scene pretestuose come la lunga camminata con il fucile in mano che la protagonista compie verso la parte finale del film o la spiegazione del tutto didascalica lasciano trasparire una storia povera e costruita sul quasi niente mentre errori quali la caratterizzazione quasi assente (e quando c’è è pure sbagliata) e il salto sbagliatissimo in quanto ingiustificato dall’alba alla notte nelle ultime scene tradiscono una profonda immaturità da parte del regista.
    Sul piano narrativo, i clichè della narrativa orrorifica, in particolare la violazione etica che scatena il massacro, sono sfruttati in maniera piatta e senza un minimo di coraggio.
    Meno che scolastico, davvero da dimenticare.
    L’unica cosa che ancora mi chiedo è cosa dicesse la capoccia a chi lo ha prodotto, visto che due soldi lì dentro ci sono.”

  3. Nafidy says:

    Critiche 6:

    dal sito http://www.cinematografo.it

    “Primo horror classico della sezione “Rapporto confidenziale” al Festival di Torino: pochi brividi e molte perplessità legate ad una sceneggiatura un po’ confusa che punta tutto sull’azione e concede poco spazio ai personaggi. La storia non porta con sé nessun elemento di novità – si tratta in fondo dell’ennesima casa sulla quale incombe una maledizione – e i momenti di terrore vengono ridicolizzati da scelte poco felici (non si possono rincorrere gli spiriti con un fucile a pallettoni…).
    Presentando il film di Brett Anstey si è scomodato niente meno che Sam Raimi e il suo brillante esordio nella storia del cinema (La Casa, 1982). Di quell’esordio Damned by Dawn conserva l’artigianalità degli effetti speciali, l’ambientazione (la casa immersa nel nulla, il bosco, i demoni) e la manifestazione del Male dovuta ad un non rispetto delle leggende della tradizione. Ma il regista australiano non ha forse capito qual era la vera innovazione apportata da Raimi ormai ventotto anni fa: l’occhio ironico con cui aveva rivitalizzato il genere horror. Non è pensabile utilizzare un canovaccio ormai trito e ritrito come quello di Damned by Dawn prendendosi così sul serio come Anstey ha fatto. Con un po’ più di humour il risultato finale sarebbe stato di gran lunga migliore.”

    Critiche 7

    dal sito dal sito http://www.persinsala.it

    L’opera prima dell’australiano Brett Anstey è la pellicola di apertura per la sezione Rapporto confidenziale, quest’anno dedicata all’horror.
    Posto in un orario a dir poco infame (le 9.30 del sabato mattino come prima proiezione assoluta non è esattamente un “Crediamo in questo film!”), Damned by Dawn non tarda purtroppo a far comprendere l’infelice posizione nel programma.

    L’horror australiano a basso costo parte bene, una prima mezz’ora di buone atmosfere piene di fumo da concerto in versione “facciamo la nebbia con due lire” e una casa mezzo diroccata dalle porte cigolanti, con un televisore dalla ricezione guasta per uno strano cono d’ombra che, guarda caso, riguarda il nulla assoluto in cui si trova l’abitazione.

    Tutto è molto casalingo, esattamente come nell’ormai storico La Casa di Raimi (citato anche nella presentazione del film sul programma), ma Anstey, proprio perché di nome fa Brett e di cognome Anstey non è Sam Raimi.

    E, ci tengo a dirlo, ad eccezione della artigianalità degli effetti speciali e del gusto per lo sbudellamento gratuito (caratteristiche comuni a quasi tutti i registi horror esordienti contemporanei) non ha nulla in comune con il collega americano (a meno che non si voglia considerare come somiglianza un certo gusto per lo zoom alla velocità della luce).

    L’idea della Banshee, fantasma femminile che anticipa la morte, che urla tutto il suo dolore è affascinante, ma appena viene svelata il film comincia a crollare come un castello composto da carta igienica attaccata con lo sputo, il che non è esattamente un bel vedere.

    Gli attori si aggirano nei dintorni “nebbiosi” della casa cercando di farsi sbudellare a tutti i costi da scheletri della morte (con tanto di falce) resi con una grafica a là Playstation 2 che era meglio continuare ad immaginarli e, in mancanza di una sceneggiatura degna di tale nome, compiono atti incomprensibili che li portano inevitabilmente a morti gratuitamente truculente.

    L’apice è raggiunto in una delle scene finali, ambientata in una grotta che ricorda tanto il tunnel de “Gli egizi” di Gardaland, con tanto di luce blu soffusa che non si capisce proprio da dove venga, essendo in teoria la grotta tanto buia da aver bisogno della torcia (che si spegne ogni tre secondi inevitabilmente).

    Insomma una buona, semplice, unica, miserrima idea allungata sbrodolando per una lunga ora e mezza piena di nebbia non basta, qualcuno avverta Anstey.

    VOTO: 5-

  4. soloparolesparse says:

    @ Nafidy ‘mappete che rassegna stampa… hai qualcosa di personale contro il regista? 🙂

  5. Nafidy says:

    Hahaha, in verità no! Quello che dico è tutto vero, non l’ho inventato io per criticare il film… Cosa ci posso fare se non riceve critiche positive??

  6. Nafidy says:

    Critiche 8:

    dal sito http://www.effettonotteonline.com

    …Se assolutamente deludente si rivela Damned by Dawn di Brett Anstey, carico di effetti digitali che palesano un manifesto artificio e sofferente di una scrittura spesso lacunosa e superficiale, grande sorpresa riservano invece…

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