Scusatemi se puntellerò la recensione con riferimenti temporali al film, cosa che non mi piace fare ma in questo caso mi è utile per raccontarvi meglio Chernobyl Diaries.
Partiamo però col dire che quello che Bradley Parker (e soprattutto Oren Peli) promettevano c’è… ma non si vede!
Del resto il giochino è tanto caro all’autore di Paranormal Activity e qui prova a riproporlo.
Un gruppo di ragazzi americani è in giro per l’Europa (penso che il giro duri anni visto che la visitano praticamente tutta!) ed il tour passa da Kiev dove vive il fratello di uno del gruppo.
Il personaggio però è di quelli poco affidabili ed infatti propone un bel viaggio organizzato a Chernobyl (in realtà nei dintorni) per vedere la città deserta e abbandonata.
Ovviamente il viaggio finisce in vacca perchè dopo avere visto una solitudine inquietanti si accorgono che il loro furgone è stato manomesso e sono costretti a passare la notte nel nulla… che per essere nulla si rivelerà abbastanza affollato.
L’inizio è quello visto in mille altre pellicole, scusa buona per portare un gruppo di giovani carini e avventurosi in un posto in cui mai dovrebbero andare.
La prima mezz’ora è comunque una buona riflessione sul disastro nucleare, si vede la cittò abbandonata, le case riconquistate dalla natura e si intuiscono orrori passati, quasi un film sociale.
Ma l’horror?
Arriva con calma e ha poco a che vedere con mutazioni e radiazioni, almeno all’inizio.
I primi problemi infatti il gruppo li ha con gli animali selvatici (cani, lupi, anche un orso) che vivono indisturbati nella zona ed è un horror in puro stile Peli: molto buio, qualche urlo, cose intraviste, nulla di esplicito.
I primi dubbi che qualcosa di terribile possa esserci davvero arrivano solo a 20 minuti dalla fine del film e per l’orrore vero (vogliamo dire la scena clou?) tocca aspettare altri cinque minuti.
L’insieme del film è comunque deludente, urla, fughe, orrori mai mostrati, gente sbranata (da chi? come?) e la risposta definitiva non arriva (quasi) mai, anche se è evidente fin da prima che il film inizi.
Il finale (anzi il pre-finale) è un evidente omaggio a La notte dei morti viventi ed accorgersi della cosa è forse il momento più emozionante di tutto il film.