Come da tradizione di questo blog, dedico le settimane estive a rivedere alcuni classici poco conosciuti dal grande pubblico (ma osannati dagli appassionati).
Quest’anno mi dedico ad Ishiro Honda e ai suoi straordinari film di invasioni mostruose e/o aliene, cominciando da L’invasione degli astromostri.
Due astronauti vengono inviati sul Pianeta X, nascosto dietro Giove, per scoprire perchè invia onde radio.
Sul posto scoprono una popolazione che vive sotto terra perchè continuamente vessata dal mostro King Ghidorah.
Il controllore del pianeta propone agli umani uno scambio: la formula per guarire il cancro in cambio dell’invio sul Pianeta X di Godzilla e Rodan per sconfiggere il mostro.
L’offerta è irrinunciabile e sulla terra si decide di accettarla.
Ovviamente però gli alieni nascondo segreti e i loro obiettivi sono ben altri.
Qual è la forza di questo film?
Un po’ quella di tutti i film di Honda, davvero il re del genere.
Storie affascinanti, assolutamente inverosimili, assoluto disinteresse per i dettagli e i dialoghi e goduria totale sugli effetti speciali artigianali.
Anzi direi artigianalissimi visto che si tratta di modellini ricostruiti e poi programmaticamente ridistrutti.
Case, palazzi, astronavi e raggi laser che sfasciano tutto.
Ed il finale è un capolavoro del genere con la città praticamente rasa al suolo dai mostri.
E i tre mostri (che non sono qui certo alla loro prima apparizione – per Godzilla è addirittura la sesta) meritano un capitolo a parte.
Per come si muovono, per come combattono tra loro.
Vedere Godzilla saltare addosso a King Ghidorah e rendersi conto che fa gli stessi movimenti che gli farebbe fare un bambino giocando con i suoi mostri-pupazzi è una goduria (e del resto i mostri di Honda altro non sono che pupazzi).
E ancora le scenografie degli ambienti, affascinanti nella loro finzione. Tutto concorre a restituire il divertimento nel girare, costruire ed interpretare il film.
Curiosità imperdibili.
Il mondo intero è il Giappone (ma questa è abitudine anche americana).
Nella riunione globale mondiale per decidere il da farsi interviene la rappresentante dell’Organizzazione Mondiale delle Donne.
Nella distruzione finale è evidente la presenza di effetti simili a quelli di un vento atomico (il film è del 1965 e la ferita di Hiroshima è per i giapponesi ancora decisamente sanguinante) come pure di uno tsunami (evento naturale che noi abbiamo conosciuto dieci anni fa ma che in Giappone è decisamente frequente).