Plague, il film di zombie che non è un film di zombie

Se prendete Plague come un film sugli zombie ne rimarrete inevitabilmente delusi, perchè Plague non è un film sugli zombie. Se invece lo prendete come altro, come una riflessione sui rapporti di forza, sulle debolezze, sulle prepotenze, ne rimarrete delusi di meno.

plague
Siamo in un mondo piagato dagli zombie. Marito e moglie perdono il loro gruppo e devono sopravvivere da soli, ma lei non è che abbia molta fiducia nella capacità decisionale del marito (si, questo succede in qualunque matrimonio, anche senza zombie).

Così quando arriva un terzo incomodo, armato e capace di prendere iniziativa, i due ne rimangono soggiogati e i rapporti di forza cambiano.

Naturalmente le cose andranno abbastanza a finire in vacca, con il nuovo arrivato che si dimostrerà diverso da quello che sembra.

Plague-Tegan-Crowley

Scene di zombie classiche ce n’è un paio, discrete, poi la storia che seguiamo è un’altra e riguarda gli uomini e i rapporti tra di loro.

Tegan Crowley ha il ruolo centrale, è lei che cerca aiuto, che prova a smuovere il marito, che prova a fare qualcosa o quantomeno a far fare qualcosa agli altri.

In definitiva il film di  Nick Kozakis e Kosta Ouzas non è certo memorabile. Peccato perchè ha una splendida scena iniziale e una vagamente poetica scena finale. In mezzo però abbiamo una serie di sequenze modello The Walking Dead  venuto male e tutto il discorso  sui rapporti di forza (e se vogliamo sul coraggio) di cui vi ho detto.

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