Il bello del mondo dell’horror è che ha risvolti talmente vasti da potersi perdere in piccole chicche come questo Anarchy Parlor, che non è memorabile ma parte da un’idea forte ed ha alcuni momenti davvero interesssanti.
Devon Downs e Kenny Gage ci portano in Lituania al seguito del tradizionale gruppo di studenti americani in vacanza in Europa. Sono sei e si ritrovano ad una festa in una villa incredibile.
Qui si va di musica, alcool a fiumi e libertinaggio assoluto. Nel marasma conoscono una bionda dark mozzafiato e completamente tatuata che li invita a conoscere l’artista per cui lavora, che tratta i tatuaggi come una religione.
Nella piccola bottega però le cose non andranno come previsto perchè la pelle liscia, giovane e pulita di alcuni dei ragazzi si presta incredibilmente bene ad essere utilizzata come tela per le opere d’arte del barbuto tatuatore.
Ci siamo capiti.
Parlor (che in originale perde l’anarchia del titolo) gioca continuamente sul sesso (mostrato, accennato, lasciato intutire, promesso), sui tatuaggi (veri protagonisti del film) e sugli scuoiamenti.
E qui arriviamo al clou della faccenda perchè le sequenze di scuoiamento sono davvero interessanti e non c’è dubbio che siano state il motivo per cui il film è nato, insieme ad un soggetto comunque buono.
A queste sequenze aggiungiamo i giovani corpi dei protagonisti (tra i quali Sara Fabel e Tiffany DeMarco) ed avrete il vostro horror bello pronto.