Torino e i suoi misteri, Torino e la massoneria, Torino e Gustavo Rol, Torino e la magia. Su questi (e altri) temi viaggia L’anello mancante, affascinante romanzo d’esordio di Saida El gtay e Nicolò Angellaro, vincitore del Premio InediTo 2015.
Tommaso e Indira si incontrano di notte in una Torino deserta. Sono giovani, un po’ annoiati e farli incontrare è un dito con un anello. Un dito vero, tagliato a chi sa quale corpo.
Per occupare la notte con qualcosa di diverso i due decidono di improvvisarsi detective e scoprire da dove arrivano quell’anello (e quel dito). Non immaginano però di stare per infilarsi in un mistero che dura da decenni, che li porterà nei meandri più oscuri di Torino in una discesa verticale verso l’inferno più cupo, verso la magia nera, verso una setta senza scrupoli e in cui ha un ruolo fondamentale la misteriosa figura di Gustavo Rol.
L’anello mancante è potente, ricco, forte, ha tutta la carica che ci si aspetta da un libro d’esordio. I due autori sono giovani e così la narrazione diventa anche briosa.
Raccontato in prima persona dai due protagonisti, con capitoli alternati tra Indira e Tommaso, seguiamo in questo modo la vicenda da due punti di vista differenti scoprendo così pensieri ed emozioni diverse.
La prima parte è un affascinante viaggio notturno nel centro di Torino, un percorso che sembra poter non aver fine. Per un amante di Torino una narrazione da non perdere.
Poi la vicenda entra nel vivo, iniziamo a scoprire particolari e ad addentrarci nel mistero. E allora la faccenda si fa interessante sempre più, sfiorando toni che ricordano i film di david Lynch per l’apparizione di personaggi che paiono completamente avulsi dalla vita cittadina. Ma si sa che Torino è magica, e che di notte la magia diventa protagonista.
Di più non voglio dirvi ma vi invito a recuperare il libro se volete immergervi in qualcosa di un po’ diverso e coinvolgente.
