Torino obiettivo finale di Rocco Ballacchino

Tornano il commissario Sergio Crema, il critico Mario Bernardini e la loro Torino. Rocco Ballacchino rimette in scena i suoi personaggi in Torino obiettivo finale, Fratelli Frilli Editori.

Questa volta l’inchiesta i due protagonisti se la vanno a cercare direttamente. O meglio è l’anziano Bernardini che si accorge come qualcosa non quadri nel caso già chiuso di una donna assassinata e spinge Crema a riaprire il caso. Il caso però non era di Crema ma del suo acerrimo rivale in commissariato, così il poliziotto non vorrebbe entrarci. Eppure la pulce che gli ha messo nell’orecchio Bernardini…

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E infatti il caso, che è ovviamente di competenza del magistrato Bonamico, viene riaperto e la coppia (ormai non tanto più) improvvisata si trova di fronte a qualcosa di molto più grosso di un semplice delitto passionale.

Ballacchino ributta nella mischia tutti i suoi personaggi. Con le loro caratteristiche tradizionali, con il percorso di crescita che hanno fatto nei romanzi precedenti, con gli anni di vita che hanno accumulato. Non manca però di inquadrare la vicenda in un momento storico preciso, in un’Europa sconvolta dagli attentati di matrice islamica e in una Torino che cambia faccia in maniera forte con la nascita dei primi grattacieli.

I personaggi si trovano a fare i conti con la paura. La violenza e il terrore irrompono improvvisi in una vicenda che nulla avrebbe a che fare. Ma quello che succede a Parigi è troppo grosso, troppo impensabile, troppo fuori da ogni logica, troppo esagerato per non colpire i cuori e gli animi di tutti. E i commenti di Crema e dei suoi colleghi sono quelli di tutti noi in quei giorni.

Poi c’è l’indagine. Come sempre ottimamente costruita, efficace, tesa, con i colpi a sorpresa al punto giusto. Un giallo con toni inevitabilmente neri. Una storia che, facendoci ritrovare luoghi e personaggi amati, ci riporta un po’ a casa.

L’intervista con Rocco Ballacchino.

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