Sto meglio al buio, di Claudio Secci

Claudio Secci è un personaggio poliedrico, che ama follemente la scrittura al punto da impegnarsi quotidianamente da anni per dare una mano agli autori emergenti con un dispendio di energie fisiche e mentali che non voglio nemmeno provare ad immaginare. Ora è disponibile il suo nuovo libro, che si chiama Sto meglio al buio, è edito per la collana Policromia ed è qualcosa di più di un libro, perchè è in fondo l’autobiografia di Claudio Secci.


Non è però un’autobiografia classica. Non ci racconta per filo e per segno la sua vita. E’ più una raccolta di immagini e pensieri, un punto nella sua vita per capire quanta strada ha fatto, quali errori ha commesso, quante cose buone sono uscite dalla sua mente sempre in attività. Un punto per poi ripartire e proseguire il viaggio.

Claudio mescola, come è giusto che sia, vita privata e attività lavorativa. Ci racconta le difficoltà del suo ritorno a Torino (quasi) al buio, ci mostra i suoi amori, mette a nudo le sue sconfitte. Poi, come se nulla fosse, tra un pensiero e l’altro, ci mostra i suoi successi. Ci spiega perchè è nato quel libro, perchè quell’altro libro invece non ha mai visto la luce. Racconta le amicizie vincenti e gli abbagli, i sogni realizzati e quelli rimasti tali. Apre al lettore cuore e anima. E credo che il punto sia proprio questo.

Claudio Secci ha un rapporto estremamente passionale con i suoi lettori, quasi fisico. Se fosse possibile, ne sono certo, vorrebbe conoscerli uno per uno, parlargli, raccontargli i suoi progetti. Però non può farlo, non con tutti… e allora ha scritto Sto meglio al buio.

Nel libro trovano spazio anche i compagni di viaggio dell’autore, che vengono citati e raccontati. Gli episodi si mescolano ai pensieri. Le poesie (ce ne sono parecchie) scandiscono i tempi, forse più e meglio dei capitoli in cui questo lavoro è suddiviso. E’ la storia di un uomo, non di un supereroe. La storia di un uomo che mostra senza timore le sue debolezze e ci lascia entrare nel suo buio con grandi speranze. Noi lettori possiamo affacciarci nella sua storia e osservarla, magari stando fermi in un angolo e senza fare troppo rumore.

Se volete saperne di più ho intervistato Claudio Secci su Quotidiano Piemontese.

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