Prendi in mano un romanzo che parla di sei naufraghi su un’isola deserta in mezzo all’oceano e sei pronto a trovarti di fronte una storia che già conosci. Invece Iris Bonetti, nel suo Isolati, riesce a sviluppare più di un tema innovativo in maniera sorprendente.
Certo… c’è la difficoltà di sopravvivere, quella di stringere inevitabili rapporti con persone sconosciute, il tentativo di fuggire dall’isola. Questi però sono solo gli appigli che l’autrice utilizza per parlarci di altro e farlo in maniera tosta e senza sconti.
I protagonisti sono uno ghost writer irlandese, una giovane attrice americana, un chirurgo francese, uno studente spagnolo, un narcotrafficante messicano ed un poliziotto canadese. Messa così sembra l’inizio di una barzelletta ma non lasciatevi distrarre e seguitemi. Cinque uomini e una donna (e questo è un punto fondamentale). Tutti in fuga da qualcosa, più o meno dal fallimento delle loro vite o dal tentativo di ricostruirle. Tutti sullo stesso aereo che cade nel nulla.
Bonetti decide di cominciare raccontandoci i personaggi prima del volo fatale. La scelta mi lascia perplesso in partenza, ma invece finisce per funzionare perfettamente. E veniamo al dunque.
Sull’isola, tolti i problemi di primaria sopravvivenza, quello che viene fuori è l’evoluzione totale dei personaggi. I protagonisti si trovano inevitabilmente in condizioni estreme e pian piano si rendono conto che questo crea nuove regole di vita, di relazione e perfino di affetti. La presenza di una sola donna riscrive le regole del gioco, anche e forse soprattutto quelle sessuali. In poche righe è impossibile spiegare il concetto ma nell’evoluzione della storia si comprende il significato di quello che accade all’animo dei personaggi. E la stortura rispetto alla società cui siamo abituati è talmente forte che perfino una violenza sessuale finisce per assumere una valenza diversa. (Ok, la frase è forte ma fidatevi).
Ma “Isolati” ne ha per tutti i gusti. Se non vi interessa la riflessione sociale e psicologica non vi rimane che aspettare, perchè ovviamente l’isola nasconde segreti, che non sono solo quelli classici che ci si attende da un’isola deserta letteraria. Ovviamente abbiamo una popolazione autoctona (forse) pericolosa, ma capire chi sono e da dove arrivano questi personaggi non sarà semplice per il lettore e le sorprese saranno notevoli.
Come detto all’inizio i temi sono molteplici. Si parla di bene e male, di giustizia. Ma anche di ragazzi hikikomori e di amicizia. Si parla di letteratura e cinema, di magia e divinità pagane. Abbiamo misteri e soluzioni, drammi e speranze. Il tutto però non è mescolato in un’accozzaglia di tematiche. Bonetti dedica tempo e pagine a sviluppare gli argomenti su cui ci porta a riflettere.
Il tutto su una tavola imbandita di avventura e bestie pericolose, giungla inospitale e mancanza d’acqua dolce, orrori, errori ed amori. Insomma ce n’è per tutti i gusti, basta aver voglia di godersi l’avventura pagina dopo pagina.