Non è un libro facile quello che Raffaella Grisotto ha voluto pubblicare e non sarà stato facile per l’autrice decidere di rendere pubblica questa storia. Svegliatevi bambine, c’è la neve!, Neos Edizioni, è infatti la storia del suo rapporto con la madre, rapporto evidentemente per nulla semplice.
Il libro è organizzato come fosse una lunga chiacchierata tra l’autrice e la madre e si snoda lungo una serie di ricordi che ripercorrono la vita della madre e delle persone che le ha incontrato durante la sua vita. Si parla quindi dei genitori, del marito, degli uomini che ha amato, degli animali che hanno fatto parte della sua vita. Si parla soprattutto del rapporto con le figlie: l’autrice e sua sorella.
Messa così potrebbe apparire banale ma questo racconto è tutt’altro che banale. Intanto non è assolutamenete una biografia. Non è una ricostruzione storica o cronologica. Sono più che altro una lunga serie di momenti, di episodi, di rapporti, di scelte, di eventi.
Ci troviamo di fronte alla vita di una donna che ha affrontato difficoltà e gioie quotidiane con la debolezza di una normale donna. Grisotto non sta tracciando un’esaltazione della madre. Probabilmente sta facendo l’esatto contrario. Ammetto di essere in difficoltà ad analizzare il libro e a parlarne. Alba, la protagonista, non è una madre perfetta, tantomeno una moglie perfetta. Forse è il massimo dell’imperfezione. E’ spesso egoista, dura, pare in alcuni momenti non avere filtri nei confronti delle persone che fanno parte della sua vita.
Immagino (ma sono pure illazioni ed in effetti nell’intervist che vi linko a fine post la stessa autrice ha smentito questa mia ipotesi) che l’autrice abbia voluto con questo libro esorcizzare un dolore continuo, una sofferenza ripetuta che per tutta la vita ha cercato di superare senza mai riuscirci veramente. Troverete tra queste pagine il dolore, la rabbia, la sofferenza. Vi chiederete, come mi sono chiesto io, come si possa amare una donna che sembra non mostrare rispetto per nessuno. Eppure Grisotto riesce a rimanere sempre sul filo, in equilibrio tra affetto e risentimento, senza mai mostrare in maniera evidente nè l’uno nè l’altro.
Siamo di fronte ad un libro particolare, ad una sequela di emozioni contrastanti che finisce per suscitarne altre parimenti opposte. Si conclude la lettura con i sentimenti confusi. Non sono pagine che lasciano indifferenti. Se volete approfondire ho intervistato Raffaella Grisotto su Quotidiano Piemontese.