Thrilleraccio televisivo e si vede eccome!
Playdate – i nuovi vicini ha una storia banalotta e già vista costruita col minimo sindacale di pathos.
Andrew C. Erin non riesce a creare l’atmosfera giusta ne a far crescere la tensione ad un livello accettabile.
I nuovi vicini sono un po’ strani, madre con due figli giovani, sfuggenti.
I ragazzi hanno lividi sulla pelle, il piccolo sembra decisamente violento, poi viene fuori un ex-marito da cui sono scappati.
Insomma Emily è preoccupata per la sua famiglia e soprattutto per la preadolescente Olive.
Il marito crede naturalmente che esageri e naturalmente non è così…
Si comincia con il più classico degli esordi: un bambino in fuga nel bosco; e con banalità del genere si prosegue fino alla fine.
La prima parte è discreta, con Marguerite Moreau che indaga e viene anche da chiedersi cosa nasconda la strana famiglia.
poi però la faccenda si dilunga stancamente e la soluzione arriva buttata lì senza un minimo di preparazione, senza un crescendo, senza un motivo logico (o illogico, se è per questo).
Peccato perchè il tema di base (seppur ritrito) si presta a soluzioni buone sia dal punto di vista della suspance, che della costruzione narrativa e anche da quello dello splatterume (che qui manca totalmente).
E peccato anche perchè Julien Lacroix la faccia adatta ce l’avrebbe pure…