Un marziano genovese a Roma di Giuliano Montaldo e Caterina Taricano

Giuliano Montaldo è uomo di cinema. Ed è uomo di cinema che ha attraversato la storia del cinema italiano degli ultimi 50 anni (anche qualcosina in più) da vero protagonista. Ma Giuliano Montaldo è anche abile e appassionato narratore, al punto che quando ho avuto la possibilità di sedere a cena allo stesso suo tavolo la serata per me avrebbe potuto non concludersi mai nell’ascoltare i suoi racconti.

Questa passione, questà capacità narrativa, questa grande quantità di materiale e di aneddoti compaiono inevitabilmente in Un marziano genovese a Roma, che di Montaldo è sostanzialmente la biografia, da lui stesso raccontata e raccolta e riordinata dalla splendida (in tutti i sensi) Caterina Taricano.

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Il libro si divora in poco tempo, proprio perchè è appassionato, vivo, pieno di curiosità e scritto con un brio che è proprio di entrambi i suoi autori.

Il bello è che Montaldo va a ruota libera, passando da un film all’altro, dagli esordi a riflessioni generali, dalla guerra al suo amore per l’opera, dalle avventure in Cina agli incontri che l’hanno formato.

E dentro quindi ci troviamo gli inizi con Carlo Lizzani e Gillo Pontecorvo e poi, in un simbolico passaggio di testimone, gli incontri con Nanni Moretti e Paolo Virzì. Ma anche (e moltissimo) l’amore e la collaborazione artistica con Vera Pescarolo, caso raro di efficace collaborazione tra due persone legate anche da profondo rapporto sentimentale.

E per gli amanti del dietro le quinte c’è davvero da divertirsi. Montaldo non lesina curiosità su come nacquero i suoi film, fa nomi e cognomi di chi lo aiutò nei vari casi e (soprattutto) di chi invece non lo aiutò affatto. Si, perchè poi ci sono anche i fallimenti, i film non realizzati, le delusioni.

Insomma c’è tutto il bello e il brutto di una qualunque vita, solo che quella di Montaldo non è una vita qualunque, è una vita piena, una vita di un artista di altissimo livello, di un uomo esplosivo, di un genovese (con tutte le caratteristiche del “tipo” genovese) che per emergere nel mondo del cinema è inevitabilmente finito a Roma, e qui si è scontrato con personalità e tradizioni molto lontane dalle sue.
E però le ha sconfitte!

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